Bolsonaro diserta il vertice sull’Amazzonia

Si è tenuto ieri nella città di Leticia in Colombia il vertice pan-amazzonico sulla crisi degli incendi che stanno devastando la foresta pluviale, polmone dell’umanità, ma si è rivelato un fiasco, soprattutto per il presidente colombiano Ivan Duque che intendeva utilizzarlo come trampolino per assumere un ruolo continentale. Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro – il 60% degli incendi ricade entro i confini del Brasile – ha disertato l’incontro adducendo motivi di salute, cioè l’aver programmato per domenica il terzo intervento ricostruttivo per la coltellata ricevuta da un attentatore il 6 settembre 2018 e ha mandato il ministro degli Esteri Ernesto Araujo. Maduro non è stato invitato, incerta la partecipazione di Evo Morales.

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Venezuela, nuovi guai giudiziari per l’oppositore Guaidó

La procura del Venezuela ha aperto una nuova indagine contro il leader dell’opposizione e presidente dell’Assemblea nazionale, Juan Guaidó, in merito a un suo presunto un piano per rinunciare agli Esequibo, un territorio ricco di risorse che Caracas detiene in Guyana. Lo ha annunciato ieri in tv il procuratore generale, Tarek William Saab.

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Migranti, il Messico fa felici gli Usa: -56% di ingressi

Dopo le minacce di dazi di Trump verso il Messico e la scelta del presidente Obrador di obbedire al diktat Usa schierando la guardia nazionale ai propri confini, il numero di migranti senza documenti entrati negli Stati uniti è calato del 56% da maggio. A giugno i due paesi si erano accordati per ridurre il numero di ingressi irregolari in territorio statunitense.

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Uragano Dorian arriva depotenziato in Sud Carolina

L’uragano Dorian ha toccato terra ieri in Carolinia del Sud declassato a categoria 1, ma sempre con venti attorno ai 145 km orari, suscettibili di causare allagamenti e danni. Ha lasciato alle sue spalle devastazione e morte alle isole Bahamas dove le vittime accertate sono 30 ma si tratta di un bilancio molto provvisorio e si teme che possa risultare quintuplicato.

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Condanna a 10 anni per leader turca delle opposizioni

Nove anni, 8 mesi e 10 giorni: è la pena comminata ieri in Turchia a una leader di opposizione al presidente Erdogan. Braccio destro del neo sindaco di Istanbul Imamoglu e a capo del partito repubblicano Chp della città, Canan Kaftancioglu è stata condannata «per propaganda terroristica e insulti» che per l’accusa avrebbe commesso in 35 tweet di due anni fa.

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Kashmir, attivista che denunciava torture incriminata

Shela Rashid, leader della formazione politica Jammu and Kashmir’s People Movement, è stata indagata ieri per sedizione e atti miranti a creare disordine e gettare discredito su pubblici ufficiali. Nei suoi tweet lo scorso 17 agosto, Shela Rashid denunciava duri rastrellamenti notturni delle forze speciali indiane e torture di oppositori nella prigione di Shopian.