Kabul, assalto Isis in una moschea sciita: 20 morti

Prima un kamikaze si è fatto esplodere nel cortile, poi due uomini armati hanno aperto il fuoco. Finite le munizioni, hanno tirato fuori i coltelli: sono almeno 20 i morti e decine i feriti in un attacco rivendicato dallo Stato Islamico alla moschea sciita Imam Zaman di Kabul.

L’assalto è avvenuto all’ora della preghiera del venerdì, in tarda mattinata. Tra i morti ci sono donne e bambini. Per quattro ore le forze speciali afghane sono state impegnate in scontri a fuoco con gli attentatori, che avevano preso in ostaggio i fedeli. Alla fine sono stati uccisi.

Su Amaq, l’agenzia stampa dell’Isis, il gruppo ha rivendicato l’attacco in una moschea che – spiega Mir Hussain Nasiri, membro del consiglio sciita – può ospitare fino a mille persone.

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Yemen, l’Onu apre un’inchiesta sui raid sauditi

Le Nazioni Unite stanno indagando sull’attacco saudita contro un albergo a nord di Sana’a, capitale dello Yemen: un «doppio raid», con il primo che ha sbriciolato il tetto dell’hotel e il secondo che ha colpito i primi soccorritori. Sono morte 41 persone, ma 13 corpi non sono stati ancora ritrovati.

Ad annunciare l’apertura dell’inchiesta è il portavoce del segretario generale Onu. Una settimana fa era stato il responsabile degli affari umanitari Onu O’Brien a riportare al Consiglio di Sicurezza la situazione in Yemen: «Una catastrofe dovuta all’uomo».

E ieri un’altra strage nella capitale: bombe saudite hanno centrato due palazzi
in una zona residenziale e ucciso almeno 14 persone, tra cui sei bambini.

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Purghe turche: licenziati altri 928 impiegati pubblici

Con un decreto d’emergenza pubblicato ieri in gazzetta ufficiale, il governo turco ha licenziato altri 928 dipendenti pubblici dei ministeri di difesa, interni ed esteri. Tra loro anche 100 accademici.

Oltre 140mila persone sono state licenziate e 50mila arrestate nell’ondata epurativa lanciata dopo il tentato golpe del luglio 2016 e facilitata dall’entrata in vigore dello stato di emergenza.

Il decreto annuncia anche i reintegri, una goccia nel mare: possono tornare al lavoro 57 impiegati pubblici.