Mauritania, l’ex generale Abdelaziz vince le elezioni

L’Unione per la Repubblica (Upr), il partito al governo in Mauritania, ha annunciato ieri la sua vittoria anche al secondo turno delle elezioni politiche e amministrative di sabato scorso. Il partito del presidente Mohamed Ould Abdel Aziz – nella foto, al potere grazie a un golpe militare dal 2008 – avrebbe ottenuto la maggior parte dei seggi rimasti in lizza ottenendo un’ampia maggioranza di 89 deputati su 157. Il partito islamico Tawasul ha accusato l’Upr di aver sfruttato l’occupazione delle istituzioni per fare propaganda. Mohamed Ould Maouloud, marxista e leader dell’Unione delle forze di progresso (Ufp, parte della coalizione Fndu) che ha deciso, tra mille critiche, di non boicottare il voto «di transizione» verso le presidenziali del 2019, ha denunciato alla rivista Jeune Afrique corruzione e frodi già al primo turno del 1 settembre. Su 2,7 milioni di voti espressi al primo turno, ci sono state 520 mila schede annullate. L’Upr ha conquistato anche 6 dei 9 comuni in palio, incluso la capitale Nouakchott.

Etiopia, 23 morti tra gli oromo dopo la pace con l’Eritrea

Domenica scorsa l’ultimo atto, la firma a Gedda in Arabia saudita tra il premier etiope Abiy Ahmed Ali e il presidente eritreo Isaias Afewerki dell’accordo di pace che ha cementato il disgelo tra i due ex nemici del Corno d’Africa iniziato lo scorso 9 luglio con una dichiarazione d’intenti che ha messo fine a due decenni di ostilità. Ma con la riapertura dei valichi di frontiera l’11 settembre e il ritorno in patria dei militanti del Fronte di liberazione oromo (Olf) – che accettato di proseguire l’attività politica in Etiopia attraverso mezzi pacifici – sono scoppiati tumulti, omicidi e saccheggi nel sobborgo di Burayu, a ovest di Addis Abeba, che hanno portato a 23 morti e a 886 sfollati.