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Guinea Conakry, brogli e proteste: premier si dimette Il primo ministro guineano Mamady Youla, in carica dal dicembre 2015, ha rassegnato ieri le sue dimissioni e quelle del suo governo, […]

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 18 maggio 2018

Guinea Conakry, brogli e proteste:
premier si dimette

Il primo ministro guineano Mamady Youla, in carica dal dicembre 2015, ha rassegnato ieri le sue dimissioni e quelle del suo governo, accettate dal presidente Alpha Condé, dopo che, la settimana scorsa, l’opposizione ha sospeso la partecipazione al tavolo di dialogo denunciando brogli elettorali nelle elezioni amministrative dello scorso 4 febbraio, le prime dal 2005, e deciso di riprendere le proteste nelle strade per protestare contro i risultati del voto che hanno sancito di nuovo la vittoria dell’Unione del popolo guineano (Rpg). Nei tumulti dei mesi scorsi sono rimaste uccise almeno sei persone, tra cui 5 bambini. In autunno la Guinea dovrebbe andare al voto per le legislative e il 2 ottobre celebrare i 60 anni della sua indipendenza.

Epidemia di ebola in Congo, oggi riunione Oms

L’Organizzazione mondiale della sanità ha convocato per oggi una riunione del comitato d’emergenza per valutare i rischi internazionali dell’epidemia di ebola nella Repubblica democratica del Congo (Rdc). L’annuncio giunge nel giorno in cui è salito a 23 morti e 42 persone contagiate il bilancio dell’epidemia di ebola che sta interessando la Rdc. Oltre 5 mila dosi di un nuovo vaccino sperimentale messe a disposizione dall’Oms sono arrivate a Kinshasa. Nel 2014 più di 11 mila persone sono morte in Guinea, Sierra Leone e Liberia nella più grave epidemia di ebola mai registrata nella storia.

Gas in Iran, se Total lascia, subentra la Cina

La compagnia cinese Cnpc sostituirà la francese Total nel contratto per lo sviluppo della fase 11 del giacimento di gas naturale South Pars, il più grande del mondo, al largo delle coste dell’Iran. Lo ha reso noto il ministro del Petrolio della Repubblica islamica, Bijan Zangeneh. Secondo il ministro «Total ha affermato che, se non otterrà le deroghe dagli Stati Uniti per continuare le sue attività» a South Pars, a rischio a causa delle nuove sanzioni degli Usa contro l’Iran, la società francese «avvierà la procedura per la rescissione del contratto». In questo caso Cnpc, che è socia di minoranza nel consorzio a guida Total costituito nel luglio 2017 con un accordo del valore di 4,8 miliardi di dollari proprio per lo sviluppo di South Pars, «sostituirà Total, acquisendo la sua quota». Il contratto non prevede penali in caso di recesso da parte di Total. Il contratto per lo sviluppo di South Pars è stato il primo firmato dall’Iran dopo l’entrata in vigore del Jcpoa e la rimozione delle sanzioni internazionali contro la Repubblica islamica.

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