Il politichese fu inventato alla fine del ‘900 dalla Democrazia Cristiana ma le sue origini risalgono al lancio della prima Crociata nel 1095, quando l’abate Giulius Andrei Otto consigliò Papa Urbano II di non dire ai nobili d’Europa: «andate e massacrate tutti i turchi», ma piuttosto: «andate in loco per una verifica dei rapporti a medio e lungo termine tra occidente cristiano e mussulmano oriente». Ma c’è financo chi attribuisce la sua paternità a Gesù Cisto in persona, quando esasperato dagli zeloti che lo volevano per presidente, il Nazareno disse loro: «insomma, e date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio… basta che la piantate di mettetemi in croce!».

Ma torniamo alla Democrazia Cristiana il cui capo Aldo Moro per non dire «mi piacciono i comunisti» diceva «convergenze parallele» e per non dire «e li voglio pure al governo» diceva «compromesso storico»; e i comunisti non erano da meno visto che il loro capo Berlinguer invece di dire «i democristiani sono tutti ladri», alludeva a una vaga «questione morale». In quanto a Giulio Andreotti -che pare discendesse dell’abate di cui sopra- lui ammoniva con il sibillino: «il potere logora chi non ce l’ha», per minacciare i nemici coi suoi leggendari dossier, mentre Cossiga col suo «io non sono matto, io faccio il matto», minacciava anche gli amici. Poi il declino: Berlusconi che al politichese preferisce barzellette sporche e i grillini che vanno forte coi vaffa. Per un suo recupero bisogna attendere l’elezione del 13° Presidente, quando il politichese rifà capolino prima coi tentativi della destra di rifilarci vecchi pregiudicati e antichi intrallazzini in quanto «personaggi di alto profilo», poi con la sinistra che prova a eleggere -in barba all’opportunità costituzionale- una barba finta «in quanto donna».

Febbario 2022: tutti contro tutti, nessuno contro la propria poltrona e il politichese che finalmente torna in auge. Salvini vuole la pelle di Giorgetti? urge un «cambio di passo»; Conte vuole le palle di Di Maio? «necessita un chiarimento»; Lorenzo Guerini -rimasto nel PD in quota Renzi- invoca «responsabilità per la condivisione»? sta ricordando a Enrico che deve stare sereno. E all’opposizione? il politichese imperversa anche lì: con l’agognato ritorno al fascismo che ora si chiama «agenda sovranista» e Alessandra Mussolini che accusa Liliana Segre di «pregiudizio antifascista» per non ricorrere al datato «bugiarda di un’ebrea».