In mutande per farsi ascoltare dal governo. Ieri pomeriggio a Brescia un centinaio di lavoratrici degli appalti scolastici assunte con part time ciclico ha protestato sotto la prefettura di piazza Paolo VI prendendo spunto dalla scena del premier Conte che giorni fa aveva parlato con un avvocato in mutande confrontandosi sui problemi della categoria forense. I 100mila lavoratori degli appalti scolastici part time ciclici – 600 a Brescia, 1.600 in provincia – continuano a dover lavorare 50 anni per maturare 40 anni di contributi a causa della sospensione estiva di 2 o 3 mesi, nonostante le tante sentenze a favore (da quella della Corte di giustizia europea del 2010 che chiede di non discriminare i lavoratori part time alle centinaia che hanno condannato l’Inps a riconoscere i periodi sosta ai fini dell’anzianità contributiva). Inoltre per gli stessi motivi questi lavoratori non possono avere la Naspi. Il governo il 2 agosto 2018 aveva promesso di «intervenire» «per porre fine ad un’evidente iniquità». Ma non lo ha mai fatto.
Cgil, Cisl e Uil – firmata dai segretari confederali Roberto Ghiselli, Ignazio Gango, Domenico Proietti – hanno inviato una lettera al ministro Di Maio e al presidente dell’Inps Tridico per chiedere un incontro urgente sul tema. La data probabile per una convocazione è il 24 luglio.