Il 6 maggio 1947 l’ammutinamento delle detenute nel carcere minorile di Fresnes, alle porte di Parigi, denuncia condizioni di vita e violenze inaccettabili, e desta un forte moto di indignazione nell’opinione pubblica francese dell’epoca. Anche i surrealisti sono dalla parte delle disobbedienti, e tra questi Victor Brauner, pronto a tradurre la rivolta delle giovani prigioniere nel proprio linguaggio policromo e brut, esoterico e magico. Lo fa in un’opera dalle dimensioni insolitamente grandi per lui: Cérémonie. Sotto la minaccia di un sole rappresentato con la testa di morto, due figure totemiche sono all’interno di una catena, che evoca la struttura a...
Alias Domenica
Brauner, casualità obbiettiva di una lunga notte
A Parigi, Musée d’Art Moderne, "Victor Brauner. Je suis le rêve. Je suis l’inspiration". Esoterica e magica, policroma e "brut": l’arte di questo ebreo errante, giunto a Parigi dalla Romania come Brancusi, si nutre di attrazioni ipnotiche

Victor Brauner, "Congloméros", part., circa 1945-’46, Saint-Étienne, Musée d’art moderne et contemporain