La crisi istituzionale che sta travolgendo il Brasile si aggrava a cinquanta giorni dall’inizio delle Olimpiadi. Dopo il «golpe istituzionale» che ha dimissionato la presidente eletta, Dilma Roussef, del Pt, sottoponendola a «impeachment», il presidente «reggente», il conservatore Michel Temer, deve ora fronteggiare la minaccia del governatore ad interim dello stato di Rio de Janeiro, Francisco Dornelles del Pp, il Partito Progressista – ma solo di nome, essendo conservatore – il quale ha dichiarato lo stato di «calamità finanziaria», cioè di non essere in grado di garantire i servizi essenziali, sanitari, di sicurezza fino ai trasporti pubblici, in occasione dei Giochi olimpici che inizieranno il 5 agosto fino al 20 dello stesso mese.

Lo stato di Rio è, insieme a quello di Rio Grande do Sul, il più indebitato e non ha perciò ricevuto da maggio i contributi del governo federale. Chiede una moratoria sul debito di almeno un anno insieme ad altri tre grandi stati e Temer dovrà trattare domani sotto la minaccia del forfait olimpico e della brutta figura internazionale.