In Germania, il 60% degli intervistati dalla televisione pubblica Ard ritiene che Edward Snowden sia un eroe. Un’attitudine confermata anche da un altro sondaggio di Deutschlandtrend, secondo il quale solo il 14% degli intervistati ritiene l’ex consulente Cia, che ha rivelato il Datagate, un delinquente. Per tutti gli altri, invece, è più di un eroe.

Le due inchieste mostrano anche come il prestigio degli Usa e dell’amministrazione Obama sia diminuito molto, in Germania, a seguito del grande scandalo delle intercettazioni illegali dell’Agenzia nazionale per la sicurezza Usa (Nsa). La Nsa spiava anche il cellulare della cancelliera Angela Merkel, che ha protestato con l’alleato Usa e giovedì, con la presidente brasiliana Dilma Rousseff ha ufficialmente presentato alle Nazioni unite una risoluzione che esorta i paesi a estendere le norme sul diritto alla privacy anche alle comunicazioni sul Web.

Rousseff ha già annullato una visita ufficiale a Washington dopo aver saputo dai file di Snowden che la Nsa aveva spiato la società petrolifera statale Petrobras controllandone le comunicazioni. Il Brasile ha deciso un giro di vite per riprendere il controllo del cyberspazio e ha programmato per il prossimo anno un incontro internazionale sul tema. E oggi scade l’ultimatum che la giustizia brasiliana ha rivolto a Google: deve consegnare i dati privati che avrebbe raccolto attraverso il suo sistema di mappe Street View. In caso contrario, la compagnia rischia una multa di 50mila dollari per ogni giorno di ritardo, fino a un massimo di 500mila dollari.

In Germania, i deputati della commissione parlamentare di controllo dei servizi segreti hanno chiesto all’unanimità al governo di studiare le modalità per interrogare Snowden in Russia, dov’è attualmente rifugiato. L’ex tecnico della Nsa ha già dato la sua disponibilità a recarsi in Germania, incassando l’appello di 50 personalità tedesche, disposte a dargli tutela. Anche in Gran Bretagna oltre 70 organizzazioni provenienti da 40 paesi hanno sottoscritto un testo comune, esprimendo preoccupazione per le pressioni a cui viene sottoposta la stampa dopo il Datagate: «La risposta del governo britannico – dice il testo pubblicato sul sito del Guardian – è stata quella di condannare, anziché celebrare il giornalismo d’inchiesta che ha un ruolo cruciale in una società democratica sana». Per aver pubblicato le rivelazioni di Snowden, il Guardian subisce gli strali del governo e rischia di subire un’inchiesta in base alla legge antiterrorismo.

Intanto, il New York Times ha scritto che la Cia paga oltre 10 milioni di dollari all’anno al più grande fornitore di servizi telefonici Usa, At&T, per aver accesso ai suoi dati nel quadro delle inchieste internazionali sul terrorismo: la Cia consegna al gestore una lista di nomi di sospetti residenti all’estero e quest’ultimo deve passare al setaccio i suoi dati e fare rapporto all’Agenzia. Come ha fatto Snowden a provocare un tale putiferio internazionale? Usando password di ignari colleghi di una base delle Hawaii, dove lavorava come contrattista della Nsa. Snowden avrebbe convinto i dipendenti – molti dei quali ora rimossi dall’incarico – a fornirgli credenziali e password dicendo che gli servivano per il proprio lavoro da sistemista.