Brandeburgo verso la coalizione Magenta, scatta l’ora Wagenknecht
Germania La riconferma del governatore Woidke (Spd) è una vittoria tutta sua. Al via i negoziati con Cdu e Bsw, arrivato terzo dietro a socialdemocratici e AfD e per la prima volta a un passo dalla conquista del governo di uno Stato federale
Germania La riconferma del governatore Woidke (Spd) è una vittoria tutta sua. Al via i negoziati con Cdu e Bsw, arrivato terzo dietro a socialdemocratici e AfD e per la prima volta a un passo dalla conquista del governo di uno Stato federale
Archiviato il sospiro di sollievo del cancelliere Olaf Scholz per aver evitato la débacle elettorale che avrebbe provocato la fine di ogni sua velleità di rielezione nel 2025; ed esaurita l’euforia del governatore Dietmar Woidke per il piccolo-grande trionfo nella sfida personale contro i fascio-populisti arrivati “solo” secondi, inizia per davvero l’era politica dell’Alleanza di Sahra Wagenknecht: la vera vincitrice delle elezioni del Brandeburgo, per la prima volta a un passo dalla conquista del governo di uno Stato federale.
bDa ieri è nato il Laboratorio-Brandeburgo, mentre «si lavora per costruire la Coalizione Magenta» (il colore-somma del rosso della Spd, del nero della Cdu e del viola del Bsw) non è più solo l’incredibile voce circolata con i primi exit-poll domenica sera bensì la realtà del tavolo di negoziato che Woidke sarà costretto ad apparecchiare già dà domani alla luce dell’inequivocabile esito delle urne. Il giorno dopo, con la conta delle schede definitiva, la matematica dei voti lascia spazio soltanto a un’unica possibilità, impensabile nove mesi fa quando Wagenknecht fondò il suo partito di «conservatori di sinistra» (sua la definizione).
CON IL 30,9% i socialdemocratici sono rimasti ancora il primo partito del Brandeburgo dopo aver superato di misura Afd (29,2%) e più che doppiato la Cdu (12,1%), ma il clamoroso flop dei Gruenen (4,1%) finiti sotto la soglia di sbarramento per l’ingresso al Parlamento – esattamente come la Linke (3%) – impedisce alla Spd di ripetere la passata alleanza rosso-nero-verde.
In teoria resterebbe la Grosse Koalition, la soluzione preferita a ogni impasse elettorale in Germania; se non fosse che la Spd con la Cdu avrebbe solo 44 degli 88 seggi al Landtag di Potsdam e quindi nessuna maggioranza.
L’alternativa obbligata dunque è il Bsw di Sahra Wagenknecht, giunto terzo alle urne dopo aver incassato il 13,5% dei voti superando perfino i cristiano-democratici, fino a ieri ago della bilancia dei governi del Brandeburgo.
OGGI A DECIDERE le sorti del Land sarà invece l’Alleanza creata dall’ex capogruppo della Linke, il fenomeno politico cresciuto in percentuale quattro volte più rapidamente del veloce boom di Afd, proprio negli stessi territori insofferenti alla coalizione Semaforo, i più investiti dall’effetto di recessione più guerra.
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Nel Brandeburgo solo la riduzione del dannoUN’OCCASIONE D’ORO per Wagenknecht, infatti i suoi fedelissimi rivelano che sarà «assai difficile» che la leader Bsw sceglierà di limitarsi all’appoggio esterno di un governo Spd-Cdu. Quasi certamente metterà sul piatto del negoziato una lista di ministri. I primi nella storia del partito.
LA STRADA per la collaborazione color magenta appare spianata. Il capolista del Bsw in Brandeburgo, Robert Crumbach, è un ex giudice del lavoro ed ex tesserato della Spd. Woidke, in pratica, tratterà con un socialista come lui: dopo aver formato coalizioni con tutti i partiti negli ultimi tre lustri (dalla Cdu ai Verdi passando per la Linke) non sarà di sicuro l’interlocutore più difficile per il governatore avviato verso il quarto mandato della sua carriera.
Indubitabilmente a vincere il voto del Brandeburgo è stato solo lui e non certo Scholz, tenuto anzi a debita distanza in campagna elettorale. Woidke perciò non è affatto disposto a farsi dettare l’agenda politica da Berlino. Se i socialdemocratici nelle prossime settimane dovessero chiudere all’alleanza con la Bsw (il partito che chiede la fine dell’invio di armi in Ucraina ed è pro Palestina), sconvolgendo lo scenario geo-politico dell’intera Ue, verrà deciso a Potsdam e non dal cancelliere uscito indenne dal voto ma tutt’altro che rafforzato.
Ieri il presidente della Spd ed ex capo dei Giovani socialisti, Kevin Kühnert, ha inviato a Scholz una stoccata in diretta sulla tv pubblica Ard. «Il recupero della Spd che ora vale il 14% a livello nazionale non avverrà per miracolo. Nei prossimi dodici mesi dobbiamo lavorare sodo se vogliamo vincere le elezioni federali del 2025. Compresa la Cancelleria».
CON UN INDICE di gradimento rimasto a quota 18% anche dopo le elezioni del Brandeburgo Scholz si ritrova in condizioni molto peggiori rispetto ai predecessori. Per fare un confronto «la valutazione più impopolare di Gerhard Schröder durante il suo mandato è stata del 24%, mentre quella di Angela Merkel mai stata inferiore al 40%» ricorda la Taz.
Il campione Woidke, di riflesso, è riuscito invece a recuperare in modo impressionante i pessimi sondaggi di gennaio quando con il 17% era dato per spacciato, portando infine a votare ben il 72,9% degli aventi diritto. Nove mesi per fare l’impresa, proprio come Sahra Wagneknecht, con cui ora dovrà parlare. «Iniziano i colloqui esplorativi con Bsw e Cdu, l’incontro forse già alla fine della settimana» ha confermato ieri sera ufficialmente David Kolesnyk, segretario Spd del Brandeburgo.
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