Troppi ritardi da parte del Csm nelle nomine dei vertici di tribunali e procure, con il risultato di lasciare «molti posti» vuoti anche a capo di «importanti uffici giudiziari». Alla vigilia del nuovo Csm (mancano però i membri laici eletti dalle camere), Napolitano torna a strigliare i consiglieri. Sono 26 gli uffici vacanti. Difficile, in particolare, la nomina del nuovo procuratore di Palermo, in sostituzione di Francesco Messineo che lascerà il suo incarico il primo agosto.

E’ soprattutto un passaggio della lettera che suona come uno stop alla Commissione per gli incarichi direttivi, che proprio nei giorni scorsi ha proposto tre candidati alternativi (il procuratore di Messina Guido Lo Forte, con tre voti, quello di Caltanissetta Sergio Lari e l’ex consigliere del Csm Francesco Lo Voi, ai quali è andato un solo consenso ciascuno), contando di arrivare al voto del plenum prima della scadenza del mandato.

Il Quirinale evidenzia che l’ordine cronologico delle scoperture va rispettato anche per «l’opportunità di evitare scelte riferibili ad una composizione del Csm diversa da quella del Consiglio che sta per insediarsi». Come accadrebbe proprio se il «vecchio» Csm nominasse ora il procuratore di Palermo: con gli attuali consiglieri Lo Forte taglierebbe il traguardo, ma la situazione sarebbe per lui molto più a rischio se a votare fosse il nuovo Csm, visto che la corrente che lo sostiene (Unicost) ha avuto un ridimensionamento a vantaggio di Area (che vuole Lari) e di Magistratura Indipendente (che invece ha proposto Lo Voi). Così la Commissione per gli incarichi direttivi proprio su Palermo si è spaccata a metà: non è passata la richiesta della maggioranza pro Lo Forte (Unicost, più il laico del Pd Guido Calvi) di andare comunque avanti, trasmettendo le proposte al ministro della Giustizia, perchè dia il suo parere, e contemporaneamente di continuare a lavorare sulle nomine sollecitate dal Quirinale su cui si è già a buon punto. Impossibile farlo, secondo l’altra parte dei consiglieri, visto il monito del capo dello stato.

Alla fine è prevalso il rinvio di ogni decisione a lunedì, perorato dal presidente della Commissione Roberto Rossi (Area), in attesa di un colloquio che chiarisca i termini della questione tra il vice presidente Michele Vietti e Napolitano. Il malumore tra i consiglieri che sostengono Lo Forte è palpabile, anche nei confronti di Rossi: «Si è assunto la responsabilità di bloccare l’attività del Csm in attesa di conoscere l’esito dell’interlocuzione tra il presidente della Repubblica e Vietti, senza peraltro averli dettagliatamente informati sullo stato dei lavori della Commissione», protesta Riccardo Fuzio.

Nell’elenco inviato dal Quirinale si citano anche casi a cui mancherebbe pochissimo per la definizione: come quello della Corte d’appello di Roma, «scoperta da oltre 14 mesi», come nota il Colle, ma su cui tra ieri e oggi c’è stata una netta accelerata con la scelta di tre candidati (Vladimiro De Nunzio, presidente della Corte d’Appello di Perugia; Luciano Panzani, presidente del Tribunale di Torino e Carlo Grillo, presidente della Corte d’Appello di Trento) e la trasmissione delle carte al ministro della Giustizia. A un punto ancora più avanzato è la procedura per la nomina del presidente del tribunale di Avellino: la sola indicazione unanime di Michele Roscigno ha già ottenuto il sì del Guardasigilli.

Sulla vicenda più clamorosa citata da Napolitano, la procura del tribunale per i minorenni di Caltanissetta, senza capo dal maggio del 2012, i consiglieri si difendono: sinora la nomina è stata impossibile perchè due bandi di concorso sono rimasti senza candidati e si è in attesa di verificare l’esito del terzo.