La regolarizzazione dei migranti è un traguardo storico». All’indomani dell’accordo sulla regolarizzazione di braccianti, colf e badanti, il giudizio del maggiore sindacato dei lavoratori dell’agroindustria non lascia spazio a dubbi. Lo spiega il segretario Giovanni Mininni in una conferenza stampa con Fabio Ciconte, direttore dell’associazione «Terra!» che si batte per la tutela dei migranti nei ghetti. E che con la Flai il 20 marzo ha lanciato una campagna che ha coinvolto migliaia fra associazioni e cittadini (fra gli altri il cardinale Krajewski, Elemosiniere di papa Francesco, don Ciotti, Saviano, Manconi, Lucano, Barca, Caritas, Fondazione Migrantes, Libera, Emergency, Arci, Acli, ActionAid, Oxfam). Mininni parla di misure che «potranno consentire di porre fine alla vergogna i dei ghetti grazie ad una accelerazione del Piano Triennale contro il caporalato e ad un lavoro sinergico tra ministero per il Sud, regioni, prefetture, Protezione Civile e Croce Rossa». Non si negano «le condizioni date» dell’accordo, dice, alludendo alle tensioni nella maggioranza che hanno ristretto il campo delle regolarizzazioni. Flai spera di ottenere miglioramenti nel passaggio parlamentare, soprattutto in direzione di una più stretta integrazione con la legge 199/16 contro il caporalato «affinché venga applicata in tutte le parti, collocamento, accoglienza e prevenzione, istituendo le sezioni territoriali per il lavoro agricolo di qualità». «La regolarizzazione dei lavoratori stranieri irregolari è un primo passo per allargare la maglia dei diritti» per Ciconte, «il testo approvato include la richiesta agli enti locali di assicurare migliori condizioni abitative a migliaia di persone. Vigileremo affinché ghetti e tendopoli lascino il posto a soluzioni reali e rispettose della dignità».

La destra attacca alzo zero. La ministra degli interni Lamorgese deve smentire lo «scudo penale» di cui parla Lega, con parole in realtà a lungo usate dai 5 stelle prima del loro sì al testo. Deve difendersi anche la ministra Bellanova «rea» di essersi commossa nel corso della presentazione del decreto. «Ai migranti dico ’scusate il ritardo’» dice il ministro Provenzano a Repubblica. La campagna Ero straniero ammette il «primo passo» ma si augura «una revisione generale della legislazione in materia di immigrazione». Stesso augurio di un gruppo trasversale di parlamentari nazionali ed europei (fra gli altri Bartolo, Majorino, Smeriglio , Boldrini, Fioramonti, Fratoianni, Orfini, Migliore, Verducci, De Falco). Riccardo Magi (+Europa) avverte che «troppi irregolari, pur lavorando già nei settori indicati dal decreto, non riusciranno ad emergere perché del tutto sconosciuti alle autorità».

È una delle norme contestate anche dalll’Unione sindacale di base: gli invisibili, spiega Aboubakar Soumahoro, «per tutelarsi dal Covid chiedevano il permesso di soggiorno per tutti, convertibile per attività lavorativa, che consentisse loro di iscriversi all’anagrafe e di avere un medico». Usb indice lo sciopero «degli invisibili» il 21 maggio. Con loro anche il Prc.