Matteo Salvini torna oggi, a soli sette giorni dall’ultima convocazione, a riferire al Consiglio federale del suo partito. Nella Lega, creatura storicamente monolitica e verticista, si scontrano due narrazioni: il mito delle origini del partito che fa gli interessi del nord radicandosi nelle pieghe dei territori dimenticati dalla politica e la fascinazione nazionalista di un soggetto che cavalca i social e le paure per diventare primo partito del paese.

Il primo feticcio viene agitato da Umberto Bossi in persona: dopo anni torna a far sentire la sua voce e a pesare negli equilibri interni e già questo la dice lunga sulle incertezze che attraversano il mondo padano. «Quello che sto facendo è in linea con ciò che ho fatto tutta la vita: far valere le ragioni del nord», dice a proposito del Comitato del Nord, il progetto che ha lanciato dopo il deludente risultato elettorale. L’organismo incombe sulla leadership traballante di Salvini, al momento impegnato a trovare le luci della ribalta nel nuovo governo Meloni, nella speranza di ritrovare il feeling con l’elettorato. Al momento è finito sotto l’attacco degli esponenti storici del partito oltre che, sottotraccia dalle aree che rispondono ai presidenti di Regione Luca Zaia e Massimiliano Fedriga.

Paolo Grimoldi, ex segretario della Lega lombarda e deputato uscente, è uno dei coordinatori sul territorio del Comitato bossiano. Smentisce ogni tentazione scissionista e nega anche che si tratti di una nuova corrente. «Bossi ha messo in chiaro che dobbiamo muoverci all’interno della Lega», spiega all’Ansa. Anche se poi manda a dire che «sulle polemiche altrui dipende dall’atteggiamento del resto del partito. Se non vogliamo più perdere persone e visto che abbiamo ulteriori segnali di persone che si stanno allontanando dal partito, forse perché abbiamo negato le nostre radici e battaglie storiche, dobbiamo invertire questo trend». Giura che stanno arrivando molte adesioni: «Ci struttureremo, gireremo tutte le province e regioni a partire dalla Lombardia. Ci sarà da correre». Il tema dell’autonomia differenziata sarà uno dei test per verificare il peso della Lega nella maggioranza e per misurare la leadership di Salvini. «Ci muoveremo all’interno del partito per rilanciare le priorità del sistema paese che si tiene sulle imprese del nord», promette ancora Grimoldi.

«Chiunque vorrà indossare un fazzoletto verde è benvenuto, credo che in questo paese ci sia ancora la libertà di farlo», aggiunge Angelo Ciocca, europarlamentare anche lui rimasto fedele al vecchio capo. Precisa che quello del Comitato «non è un progetto di nostalgici, ma di attualità, nato dalla lettura del voto del 25 settembre, fatta da Umberto Bossi». La pensa diversamente l’ex parlamentare Gianni Fava, che vorrebbe restaurare la Lega Nord e dà appuntamento a chi lo sostiene per il prossimo 15 ottobre. Tuttavia, ribadiscono quelli che lavorano con Bossi, per aderire al Comitato per il Nord bisogna essere iscritti alla Lega per Salvini premier. Con il fazzoletto verde, dunque, ma dentro il partito di Salvini. Almeno per adesso.