Ieri a mezzogiorno si sono chiusi i cancelli dell’ufficio elettorale di Napoli, dove sono state depositate le firme a sostegno dei candidati per il comune e le dieci municipalità. Undici gli aspiranti sindaco, nella Top five ci sono: l’uscente Luigi de Magistris con 15 liste dai moderati alla sinistra; l’imprenditore Gianni Lettieri, lo sfidante di 5 anni fa, con uno schieramento di centrodestra (12 le compagini, tra cui Forza Italia); la deputata Pd Valeria Valente (vincitrice delle primarie su Bassolino) con 10 liste; il 5S Matteo Brambilla; Marcello Taglialatela di Fratelli d’Italia che anche qui, come a Roma, ha deciso di rompere l’alleanza con Fi.

Con il Pd ci sono due dei protagonisti dei video di Fanpage, ripresi all’esterno dei seggi delle primarie a consegnate l’euro per il voto e dare indicazioni pro Valente. Antonio Borriello, consigliere comunale uscente, ex bassoliniano, è stato assolto dalla Commissione provinciale di garanzia del Pd e quindi si è ripresentato al comune forte dei 3.266 voti presi nel 2011 (il terzo più votato in assoluto). Alla municipalità Ponticelli-San Giovanni si presenta il secondo protagonista del caso primarie, Gennaro Cierro, anche lui assolto dalla Commissione di garanzia. «Una vergogna» commenta Antonio Bassolino via facebook ma Borriello ribatte: «La storia dell’euro comincia a essere fastidiosa, è stata archiviata anche dalla Commissione. Ho dato un’euro a un’amica che conosco da 40 anni perché ne era sprovvista e il marito aveva già votato. Si è voluto strumentalizzare la vicenda».

Bassolino aveva affondato il colpo anche venerdì: «L’assemblea provinciale del Pd è di 408 persone. Erano presenti in 50 e non si è potuto approvare la lista per il comune. Che tristezza». La quadra è stata poi trovata nella notte, il cappello di lista è per la società civile, come voleva Valente: Maurizio Bifulco medico e professore universitario; la dirigente scolastica Vittoria Rinaldi; la segretaria generale della Fondazione Mezzogiorno Europa Luisa Pezone. Spazio a una pattuglia di under 40 e poi ai consiglieri uscenti: lo stesso Borriello, Aniello Esposito e Salvatore Madonna più gli ultimi arrivati tra i dem Carmine Attanasio (che ha attraversato tutte le formazioni) e Diego Venanzoni, ex Udeur.

Il consiglio comunale perde otto posti e passa a 40 eletti, entreranno i 5S che nel 2011 rimasero fuori, è facile prevedere che nel Pd al massimo c’è spazio per riconfermare gli uscenti. La battaglia così si è spostata sulle presidenze delle municipalità. Cinque anni fa ci fu un accordo con gli arancioni, quest’anno ognuno per sé. Valente ha imposto anche in questo caso nomi della società civile provocando le proteste dei circoli, che si sono sentiti utilizzati come semplici porta voti. Nel mondo bassoliniano, poi, si incrociato le braccia: nessun aiuto a Valente, molti voteranno de Magistris, qualcuno si è persino presentato con gli arancioni, come Tommaso Stavola e Gennaro Centanni.

Se Bassolino attende la resa dei conti e l’Idv ha mollato i dem a due giorni dalla consegna delle liste per tornare dal sindaco, in soccorso della candidata Pd è approdata Ala di Denis Verdini e del casertano Vincenzo D’Anna. A Napoli però la lista è in mano al senatore Antonio Milo: leader di Noi Sud, è arrivato in parlamento nel 2013 con il Pdl; alle scorse regionali aveva una trattativa avviata per appoggiare Vincenzo De Luca, come gli ex cosentiniani finiti nella lista Campania in rete, ma decise di rimanere con Stefano Caldoro.

L’evoluzione dei rapporti a Roma tra Verdini e Renzi ha fatto maturare l’accordo a Napoli così qui ci sarà il banco di prova del Partito della Nazione o, comunque, della nuova alleanza tra destra e Pd. I primi in lista per Ala sono due consiglieri uscenti, Gennaro Addio (proveniente da Ncd) e Maria Lorenzi, eletta in Idv e passata poi nei moderati de La Città. L’abbraccio di Ala ha oscurato l’altro approdo, quello di Ncd con la sigla Napoli popolare. Il consigliere regionale Antonio Marciano, di fede bassoliniana ma dei Giovani Turchi come Valente, ha commentato: «Alle regionali abbiamo vissuto con difficoltà la possibile alleanza con Ncd, che poi non è stata fatta. Ora non abbiamo imbarazzo ad allearci con Verdini, con chi è assolutamente alternativo alla mia e alla nostra cultura politica». Valente tira dritto: «E’ su quale idea di città abbiamo che dobbiamo concentrarci. Altre discussioni con lo sguardo rivolto all’indietro contribuiscono solo a fomentare rancori e sfiducia».