«La colonna sonora per il silenzio di chi ascolta». Così Davide «Boosta» Dileo, storico tastierista dei Subsonica, ha definito il suo nuovo album di inediti Facile (Warner Music). Disponibile da oggi, il disco è un viaggio minimalista e strumentale dove pianoforti ed elettronica si uniscono per creare melodie romantiche e introspettive. «Nel dramma della pandemia, si è aperta questa ’finestra’musicale» esordisce Boosta in diretta Zoom dal suo studio di registrazione «Quando è cominciato il lockdown, il tour coi Subsonica di Microchip Temporale si è obbligatoriamente fermato e, durante le prime settimane di confinamento, ho sentito la necessità di un lavoro strumentale. Come se avessi dovuto comporre la colonna sonora di quello che stavo vivendo» Composto, arrangiato e suonato interamente da Boosta, l’album è formato da 12 composizioni inedite «Se si scrivono canzoni hai il dovere e la necessità di osservare mentre un album di musica strumentale nasce dall’esigenza di poter suonare».

«È UN DISCO – sottolinea il musicista torinese – che sono fiero di proporre. La musica ha una relazione binaria con ognuno di noi. Non importa se è difficile, impegnativa, o ti regala qualcosa oppure no. Credo sia un progetto insicuro e rassicurante al tempo stesso. Nella tracklist non definitiva c’erano pezzi con un rapporto ben definito. Ma poi ho deciso di togliere i brani più dichiaratamente in forma canzone»». Ad accompagnare la creazione delle nuove tracce, Boosta si è «alimentato» con una serie di affascinanti ascolti musicali. Spaziando dall’impressionismo dei primi del Novecento al jazz contemporaneo: «Ho ascoltato molto Erik Satie, Federico Mompou e mi sono studiato per bene Fluxus. Non tanto John Cage quanto il lavoro di Giuseppe Chiari. La grammatica della musica del Novecento era davvero unica. Oggi ho la sensazione che tutti studino un bignami sempre più piccolo. Vorrei che si recuperasse la complessità che non significa per forza essere difficili. Pensa ad Avrai di Claudio Baglioni; è un brano difficilissimo e musicalmente complesso, ma la melodia è diventata un inno nazionale. Dei contemporanei, non posso non dichiarare il mio amore per Arvo Pärt, John Hopkins, Chilly Gonzales. Ma la colonna sonora del mio lockdown è stata certamente il Köln Concert di Keith Jarrett».

L’USCITA dell’album però non potrà essere accompagnata da esibizioni dal vivo. Una decisione, dell’ultipo dpcm, che Boosta non ha di certo preso bene «Per me la musica è sempre stata un collante sociale. Certo è un periodo drammatico e mi ero ripromesso di non fare polemica ma non credo che la nostra classe dirigente sia all’altezza. A partire dal premier Conte, passando per Franceschini. Credo fortemente che siano inadeguati. La risposta di Franceschini alle critiche sulla chiusura di cinema e teatri, per esempio, non era una risposta ’in termini’ ma quella di un uomo piccato, quasi offeso. Da un Ministro della Cultura non me l’aspetto, pretendo argomentazioni perché fra cittadino e governante deve esserci una relazione di fiducia. Ha parlato di ’attività superflue’ ma è un aggettivo molto pesante».