Gli studenti dei licei classici e scientifici saranno i più penalizzati nei test di accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso che iniziano stamattina. Un articolo pubblicato sulla combattiva rivista telematica Roars dimostra come il «bonus maturità», rimesso in vita dall’ex ministro dell’istruzione Francesco Profumo ma inventato nel 2008 quando al Miur c’era Giuseppe Fioroni del centro-sinistra, penalizza i licei che dovrebbero essere la principale porta d’ingresso per le lauree di veterinaria, odontoiatria, architettura e medicina. Saranno invece privilegiati gli studenti che si sono diplomati nelle scuole professionali.

Il pasticcio del «bonus maturità» era stato denunciato nei mesi scorsi. Quella denuncia si basava tuttavia su previsioni e non sui dati concreti. Roars ha condotto uno studio sulle tabelle pubblicate dal Miur sul portale Universitaly. Queste tabelle avrebbero dovuto spiegare ai circa 115 mila diplomati, che da oggi siederanno tra i banchi delle aule universitarie, se hanno diritto a 10 punti extra da aggiungere a quelli ottenuti nel test di ingresso. Chi ha avuto la pazienza di comporre un puzzle di cifre e percentuali si è invece accorto che i danni provocati dal «bonus» sono in realtà peggiori di quelli già annunciati.

Immaginiamo una commissione che abbia esaminato 100 studenti. Avrà concesso il bonus solo allo studente che soddisfa due condizioni: avere ottenuto un voto finale di almeno 80 punti su 100 e rientrare tra i 20 studenti più bravi tra quelli esaminati (l’ormai famoso, ma ancora misteriosissimo, «80° percentile»). In questi casi, il 99% degli studenti usciti dagli istituti professionali con 95 otterrà 7 punti di «bonus», mentre solo il 70% dei diplomati classici, e l’82% di quelli scientifici, godranno del turbo garantito dal «bonus». I primi vinceranno un posto nella facoltà di veterinaria dove oggi si svolgeranno i test. E la stessa cosa avverrà domani per quelli nelle professioni sanitarie, il 9 a Medicina e odontoiatria, il 10 a Architettura.

«Un 86 conquistato all’esame di maturità in una scuola professionale – scrive Pietro De Nicolao – vale molto di più di un 92 al classico». L’assurdità è presto spiegata: con 86 lo studente del professionale ha diritto a 3 punti di bonus, mentre quello del classico con 92 si ritrova con zero punti di bonus. Questo significa che, una volta effettuata la prova, il «bonus» proietterà i candidati provenienti dai professionali migliaia di posti più avanti rispetto a quelli del classico. Questi ultimi, pur avendo ottenuto un voto superiore alla maturità, rischiano di non continuare gli studi perché condannati alla zona retrocessione nella classifica nazionale stilata dal ministero. La discriminazione potrebbe avvenire anche tra due studenti della stessa scuola.

Sul portale Skuola.net è stato fatto il caso del liceo scientifico Avogadro di Roma dove uno studente della sezione C con 93 non ha diritto al bonus, diversamente da un compagno della «F» che ha avuto lo stesso voto, ma partirà con 6 punti di vantaggio. Ieri l’Udu ha preannunciato un ricorso contro il bonus e il numero chiuso. Al Miur è al lavoro una commissione per rimediare al caos. Non sarebbe invece il caso di abolire il bonus della discordia?