La corda continuerà a tenerla tesa fino a domani, ma Renzi non farà cadere il governo Conte votando la sfiducia al ministro Bonafede. Lo ha detto abbastanza chiaramente la capogruppo di Italia viva alla camera Maria Elena Boschi, quando ha spiegato che «se pensassi che quelle affermazioni sono vere (le accuse di Di Matteo a Bonafede di aver ceduto a pressioni della mafia, ndr) non potrei sostenere questo governo. Non basta una trasmissione tv per decidere le sorti di un ministro».

Eppure Renzi si dà da fare per tenere alta la tensione fino all’ultimo momento. I suoi senatori giurano a taccuini chiusi che la tentazione di votare contro Bonafede e tanta, lo fanno anche per coprire le voci di un gruppo che non sarebbe disposto a seguire l’ex presidente del Consiglio fino in fondo, fino al colpo di grazia al governo Conte. Addirittura Renzi apre una consultazione online con i suoi follower in pieno stile Rousseau per chiedere come comportarsi. «In senato interverrò io in aula – scrive in coda alla e-news – voi che idea vi siete fatti? I numeri sono ballerini e Italia viva potrebbe essere decisiva».
A ranghi completi è vero: Iv con i suoi diciassette senatori sommati ai 140 del centrodestra potrebbe essere decisiva. Ma è assai improbabile che nel centrodestra non si registri qualche defezione che l’emergenza coronavirus coprirebbe e spiegherebbe senza troppi problemi.

A favorire il pressing del senatore di Rignano è annunciata, ma non ancora depositata, una seconda mozione di sfiducia a Bonafede, firmata da Emma Bonino. Una mozione più politica di quella di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia e più giocata sui toni del garantismo. «Perfetta», secondo una fonte anonima di Iv citata dalle agenzie. Ad appoggiare l’operazione, procurando le oltre trenta firme necessarie per depositare la mozione, sarebbe stato direttamente Berlusconi autorizzando i suoi senatori. Si vedrà oggi. Intanto Renzi ha da tempo spostato la sua trattativa su un piano che con Bonafede c’entra poco. Pretende da Conte l’adozione del suo piano choc sui cantieri di cui ha parlato più volte e che il presidente del Consiglio per depotenziare ha rinviato al decreto semplificazioni. Il prossimo, perché ce n’è un altro di decreto che stenta a vedere la luce.

È il decreto “Rilancio”, presentato da Conte in conferenza stampa mercoledì scorso e che dopo quasi una settimana ancora non è stato mandato al Quirinale per la firma. Da giorni viene annunciato per le «prossime ore» non solo per problemi di coperture ma anche perché attorno a quel testo si stanno consumando nuove mediazioni, che riguardano anche il partito di Renzi.

Italia viva per salvare Bonafede vuole anche un riconoscimento formale, un incontro a palazzo Chigi che potrebbe esserci oggi. Dovrebbe essere Boschi a presentare ufficialmente, come se non fossero note da tempo, le richieste del suo partito alla presidenza del Consiglio. Ma certo Renzi chiederà anche qualche piccola concessione dal ministro nel suo intervento domani mattina nell’aula del senato. La prescrizione è il tema sul quale il senatore di Rignano ha più ha alzato la voce in materia di giustizia, senza ottenere granché. Da allora la situazione nei tribunali è peggiorata visto che gli uffici sono stati chiusi per molto tempo a causa della pandemia. Intanto Zingaretti si mostra tranquillo: «La mozione di sfiducia a Bonafede va respinta, non temo uno sgambetto di Renzi».