Il gruppo qaedista al-Shabaab ha perso il suo cofondatore e leader spirituale. Ahmed Abdi Godane è stato ucciso lunedì da un raid Usa a sud di Mogadiscio, insieme a sei miliziani somali. Le bombe hanno colpito l’auto su cui viaggiava, di ritorno da un incontro della leadership qaedista.

Ieri è arrivata la conferma del Pentagono: «La rimozione di Godane è un’enorme perdita simbolica e operativa per al-Shabaab», ha detto il portavoce Kirby. Considerato la mente della milizia islamista più che un combattente, Godane – sconosciuta la vera identità, ma noto anche come Mukhtar Abu Zubeyr – è stato l’ideatore dei più brutali attacchi di questi anni in Somalia e dell’assalto del 2013 al centro commerciale Westgate di Nairobi, in Kenya, che provocò 67 morti.

Sotto la sua direzione, al-Shabaab ha cementato l’alleanza con al-Qaeda. Forti i dubbi su chi potrà assumere le redini della milizia: «Non esiste una chiara linea di successione – spiega l’esperto Ken Menkhaus – La sua morte è un disastro interno. Seguiranno lotte interne, omicidi politici dentro il gruppo».