Nuova mattanza in Colombia. Un bombardamento aereo ha ucciso 14 guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie colombiane (Farc) e ne ha ferito un altro. L’attacco è avvenuto nella regione di Arauca, dov’è forte la presenza dell’opposizione armata. I militari volevano la testa del “comandante Franklin” che dirige il blocco orientale della guerriglia marxista: e che invece – secondo il generale Leonardo Barrero – potrebbe essere ferito o “fuggito nel vicino Venezuela”. Il generale ha elencato il numero dei bersagli colpiti dall’inizio dell’anno, prima di quest’ultima operazione: 13 uccisi e tre arrestati nella regione, 18 morti e 40 prigionieri nel resto del paese. “Spero che il 2014 sia l’anno della vittoria finale”, ha dichiarato il ministro della Difesa, Juan Carlos Pinzon, dopo un precedente attacco (10 morti) alla seconda guerriglia attiva, l’Esercito di liberazione nazionale (Eln).
Il modulo operativo è quello documentato a dicembre da un’inchiesta del Washington Post: omicidi mirati a guida Cia, finanziati da un programma segreto parallelo al Plan Colombia, attivato dagli Usa durante la presidenza Bush e reiterato da Obama. Un piano rivendicato dall’ex presidente colombiano Alvaro Uribe che ha chiamato in causa anche l’apporto dei servizi segreti britannici. Ai tempi di Uribe (2002-2010) sono stati eliminati così 16 comandanti Farc, 46 durante l’attuale governo del suo ex ministro della Difesa, Manuel Santos. L’opzione militare non ha però posto fine né all’opposizione armata, né a quella di piazza, come hanno testimoniato le manifestazioni dell’estate scorsa contro le misure neoliberiste del governo.
Che il destino degli oppositori democratici sia sovente il cimitero lo ha ribadito anche il capitolo colombiano della relazione mondiale di Human Rights Watch (Hrw), diffusa ieri. L’informativa, come altre del genere, mette sullo stesso piano dominanti e dominati, cause ed effetti, finendo così per occultare il diritto alla resistenza contro la violenza multipla di chi detiene le redini della ricchezza e del potere. Tuttavia, i dati emergono: benché ufficialmente dissolti, i gruppi paramilitari si sono riorganizzati in nuove bande criminali, e “mantengono il loro potere, grazie anche alla tolleranza e alla connivenza di membri della Forza pubblica locale”. La ong registra inoltre “l’allarmante” numero delle esecuzioni extragiudiziarie, soprattutto tra il 2004 e il 2008. Dal 2009, sembrano diminuiti i “falsi positivi” (persone comuni uccise dalla polizia e fatte passare per guerriglieri), ma in assenza di una categoria specifica per questo genere di delitti, è impossibile quantificarli. Denunciato anche l’operato del Procuratore Alejandro Ordoñez, che spiana la strada alla destra a colpi di sentenze. Ha colpito così il sindaco di Bogotà Gustavo Petro, destituito per presunte irregolarità nella raccolta dei rifiuti. Per ora Petro mantiene quella che è considerata la seconda carica più importante del paese, a seguito di un’altra sentenza a suo favore e di grandi mobilitazioni di massa. La mannaia è però sempre sulla sua testa, oggetto di scontro elettorale.
Il 25 maggio si tengono le presidenziali, e il piatto grosso è ancora nelle mani della destra: quella di Santos, che si ripresenta, e quella del suo antico mentore Uribe, che ha fondato un nuovo partito (Uribe Centro democratico), ha candidato alla presidenza Oscar Zuluaga e si propone per il Senato alle legislative del 16 marzo. In questi giorni, il “partido Tomate” lo ha accolto a colpi di pomodoro, ricordandogli i “falsi positivi”. In campo per il Polo democratico alternativo si presenta Clara Lopez, sequestrata dalle Farc insieme a Ingrid Betancourt. Aida Abella corre invece per l’alleanza di sinistra Unione Patriotica (Up). “Non ci sono garanzie per l’opposizione politica”, ha ribadito l’ex senatrice Piedad Cordoba (vittima di Ordoñez): ricordando che, nel 2013, sono stati uccisi anche 29 militanti di Marcha patriotica, movimento che sostiene il processo di pace tra Farc e governo in corso all’Avana. Domani termina il terzo ciclo di un’agenda in 5 punti che ha già concluso accordi parziali sullo sviluppo rurale e agrario e sulla partecipazione politica. Ora si parla di droghe illecite. Le Farc mettono in primo piano i diritti dei contadini, una prospettiva di genere e la legalizzazione delle sostanze. “Nessuna candidatura di destra, ancor meno di estrema destra porta alla pace”, hanno detto. Da domani, pausa di sospensione per il II vertice degli Stati latinoamericani e dei Caraibi (Celac).