In che misura le prese di posizione di un presidente negazionista possono favorire la diffusione del contagio? Una importante e originale ricerca, condotta dall’Università Federale di Rio de Janeiro in collaborazione con l’Ird (Istituto francese di ricerca per sviluppo), quantifica l’«effetto Bolsonaro».

Lo studio ha analizzato i risultati elettorali del primo turno delle elezioni presidenziali del 2018 in tutti i 5570 municipi brasiliani e li ha messo in relazione con gli indici di contagio e mortalità per Covid-19 registrati in ciascun municipio. Quello che emerge è che i municipi in cui Bolsonaro ha ottenuto i maggiori consensi sono anche quelli in cui il virus ha circolato maggiormente. Secondo la ricerca, per ogni 10 punti percentuali in più per Bolsonaro si registra un aumento dell’11% nel numero di contagi e del 12% nel numero di morti.

Questa correlazione tra la preferenza espressa nei confronti dell’ex capitano e l’indice di contagio si registra in modo uniforme in tutti i municipi del paese. In particolare, per ogni 10 punti percentuali in più per Bolsonaro si sono registrati 1204 contagiati in più e 27 morti in più per milione di abitanti.

In questi mesi molti osservatori hanno sostenuto che le posizioni irresponsabili di Bolsonaro favoriscono il contagio. Ora questa ricerca si incarica di dimostrarlo. «Il fatto che il Covid-19 causi più stragi nei municipi più favorevoli a Bolsonaro fa pensare che il discorso ambiguo del presidente induca i suoi sostenitori ad adottare comportamenti che li espongono maggiormente al rischio (meno rispetto delle indicazioni di isolamento sociale, minor uso delle mascherine) e a soffrirne le conseguenze», si afferma nelle conclusioni.

In Brasile la pandemia ha già causato più di 150 mila morti e l’influenza che Bolsonaro esercita sul comportamento di una parte della popolazione è un elemento che sta pesando nel determinare la catastrofe sanitaria in atto. La ricerca ha preso in esame, oltre ai risultati elettorali, anche alcuni indicatori socioeconomici per analizzare la diffusione del contagio nei diversi strati sociali. In particolare si voleva comprendere quali effetti produce il vincolo lavorativo nel corso di una pandemia e quanto il lavoro informale sia un fattore favorevole alla propagazione del virus.

In Brasile molti municipi presentano un tasso di informalità superiore al 50%. Il fenomeno che è emerso con forza è che i municipi col maggior numero di lavoratori informali sono anche quelli più colpiti dalla pandemia. Tra questi lavoratori, che hanno gli indici di povertà più elevati, il contagio ha raggiunto i massimi livelli. La ricerca mostra che per ogni aumento del 10% o più di lavoro informale si registra un aumento fino al 28% nel totale dei contagiati e fino al 38% nell’indice di mortalità. La mancanza di sicurezza sociale spinge questi lavoratori, che già vivono in aree con condizioni sanitarie peggiori, a cercare occasioni di lavoro anche durante i periodi di isolamento sociale, con la conseguenza di maggiori spostamenti e maggiori contatti. Emerge in modo chiaro un «effetto informalità» che ha dinamiche dirompenti non solo sul piano sociale, ma anche in ambito sanitario. La strage dei lavoratori informali va annoverata tra gli effetti di questa pandemia.