L’assalto per il vaccino a Bologna come quello al forno durante la peste nei Promessi Sposi. Il primo open day emiliano si trasforma in ressa. Persone in coda fin dalle 23 di martedì sera all’hub della Fiera (l’avviso era arrivato con un giorno di anticipo), coprifuoco violato; poi al mattino, attorno alle 8, orario previsto per l’inizio delle iniezioni, ressa, spintoni, una coda chilometrica che arriva a contare fino a 8mila persone.

Per ore nessuno ha regolato il traffico, poi poco prima delle 9 sono arrivati i carabinieri e i vigili urbani che hanno transennato alcuni punti del serpentone umano rendendo la fila più ordinata.

Previste 1200 dosi di Johnson&Johnson, disponibili per tutti i maggiorenni, senza prenotazione, a fine giornata sono state aumentate dalla Asl fino a 3mila. Ma questo non ha evitato gravi disagi per migliaia di bolognesi (molti giovanissimi) che dopo mesi di attesa speravano di poter chiudere la partita con il vaccino.

Fin dalla notte alcuni ragazzi avevano organizzato una lista improvvisata con carta e penna, c’è chi ha dormito in macchina o su una seggiolina pieghevole, come a un concerto rock. Poi all’apertura dei cancelli l’autogestione è saltata, ha prevalso la legge del più forte, di chi si è fatto strada a gomitate. Alla faccia dei rischi di assembramento, che si sono puntualmente verificati.

Verso le 12 alcuni operatori hanno avvisato le persone in fondo alla coda che non c’erano più vaccini disponibili, croce rossa e protezione civile hanno assistito i vaccinandi in fila con delle bottigliette d’acqua. Il responsabile dell’hub Renato Todeschini se l’è presa con chi ha creato la ressa: «C’è anche una questione di civiltà con cui fare i conti. Se le persone non rispettano la coda forse è meglio che l’esperienza dell’open day resti limitata alla data odierna».

La Ausl di Bologna si dice comunque soddisfatta dell’esperimento. «Non ci aspettavamo un’adesione così massiccia di giovani, e questo ci fa piacere», spiega il dg Paolo Bordon. «Certo, non ci aspettavamo neppure che venisse violato il coprifuoco. Quest’esperienza verrà ripetuta, proveremo a valutare delle modalità organizzative diverse per evitare disagi».

Si scusa «a nome di tutti» il sindaco Virginio Merola: «L’Ausl ha lavorato in perfetta buona fede per dare un servizio in più. Stavolta ha sottovalutato la capacità di aggregazione che hanno queste iniziative, rimedierà. Fino ad ora hanno lavorato bene e un errore ci sta».

Il presidente della regione Stefano Bonaccini in mattinata aveva salutato in un post su Facebook la grande presenza di giovani, ma è stato subissato di critiche per l’organizzazione. Ma anche da parte di molti quarantenni che, dopo essersi candidati sul sito a metà maggio, aspettano un sms con la data del vaccino.

Nel pomeriggio arrivano le scuse dell’assessore alla Sanità Raffaele Donini: «Una riflessione particolare si impone sul modello organizzativo praticato, che, non prevedendo alcuna prenotazione, ha portato tanta gente inevitabilmente a raggiungere la Fiera già dalle prime ore del giorno. Per questo siamo dispiaciuti e ci scusiamo dei disagi che si sono prodotti a carico dei cittadini. Sarà pertanto nostra cura già dai prossimi Open Day, assieme alle Asl interessate, condividere modalità organizzative di più facile gestione per tutti e meno disagevoli per i cittadini».

Donini ha poi lodato gli operatori sanitari per aver triplicato le dosi nel corso della giornata. Il senatore di Forza Italia Enrico Aimi parla di «Bologna capitale del caos» e annuncia un’interrogazione al ministro della Salute Speranza.