Nel Pd di Bologna le ferite delle primarie di giugno non si sono mai rimarginate. E così, alla vigilia della presentazione della lista per le comunali di ottobre il partito rischia di spaccarsi un’altra volta: in primavera era successo sul sostegno di alcuni dirigenti e assessori alla candidata di Renzi alle primarie Isabella Conti; ora si ripeterà con l’esclusione dalle liste dem dei dissidenti di allora.

IL CANDIDATO SINDACO Matteo Lepore (vincitore a giugno col 60%) è stato chiaro: non vuole i colleghi assessori che avevano sostenuto Conti nella lista dem, in particolare Alberto Aitini e Virginia Gieri, mentre Marco Lombardo (il primo a sostenere Conti) si è fatto da parte da solo. La linea di Lepore è chiara: la «casa politica» di chi sostenne Conti è la lista civica della sindaca di San Lazzaro, fresca di presentazione, guidato tra l’altro da una dem, Caterina Manca, medico e attuale consigliere comunale.

AITINI FA PARTE della corrente nazionale di Base riformista, come il deputato Francesco Critelli. E non vuole assolutamente uscire dal Pd. Nei giorni scorsi ha visto Lepore che gli ha chiesto di correre nella lista Conti, ma la risposta è stata: «Non esiste». Uno strappo che anche a Roma preferirebbero evitare, suggerendo prudenza. Ma Lepore pressa il segretario bolognese Luigi Tosiani, forte delle assemblee dei circoli che, pur non votando sulla lista per il Comune, hanno visto emergere il gelo di una parte della base verso i ribelli di giugno. Con richieste di cambiare lo statuto dem prevedendo che i dirigenti che votano alle primarie candidati di altri partiti siano «automaticamente fuori».

TOSIANI PRESENTERÀ domani la lista all’assemblea cittadina del Pd. Se, come pare, i due assessori saranno esclusi (il veto è meno severo verso i due consiglieri comunali “contiani”) ci potrebbe essere un voto contrario dell’area riformista (che fa capo a Lorenzo Guerini a livello nazionale), circa il 30% del partito bolognese. Sarebbe la prima volta che il partito di spacca su un passaggio così delicato come la lista in vista delle elezioni comunali.

Di qui la richiesta di Letta di trovare una «soluzione equilibrata e condivisa», anche perché da ieri Bologna è un palcoscenico nazionale con la festa dell’Unità. La stessa Conti predica pace: «Auspico per il bene della città e del centrosinistra che si sia all’altezza di ricomporre le fratture e lasciarsi alle spalle le criticità emerse durante le primarie».

Aitini parla di «responsabilità dirette di Lepore». «Dopo le primarie tutti abbiamo detto di guardare avanti e puntare all’unità. Nessuno ha saputo motivare politicamente la nostra esclusione, che è antidemocratica e masochista, un grave precedente», spiega al manifesto. «Non è vero che la base ha chiesto di cacciarci, io sono del Pd e per me sarebbe naturale candidarmi nel Pd. Nessuno ha contestato il mio lavoro di questi anni come assessore, l’esclusione suonerebbe come una purga, una ritorsione, e darebbe vita a una frattura insanabile. Spero che si ravvedano, altrimenti voteremo contro le liste».

A ROMA NOVITÀ sulla lista dem che sosterrà Roberto Gualtieri. In pole position come capolista c’è l’ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin, romana doc, attuale responsabile del forum salute dei dem, con un passato in Forza Italia e poi con Alfano. Lorenzin è deputata dem , eletta nel collegio rosso di Modena, ed è stata ministra nei governi Letta, Renzi e Gentiloni, ininterrottamente dal 2013 al 2018. Una scelta certamente non di sinistra da parte di Gualtieri, che spera di intercettare il voto moderato conteso da Calenda.

IN TESTA ALLA LISTA di Sinistra civica ecologista, sempre a sostegno di Gualtieri, ci sarà invece Marilena Grassadonia, per anni presidente dell’associazione Famiglie arcobaleno. Insieme a lei a guidare la lista Alessandro Luparelli e l’avvocato Giuseppe Libutti che ha difeso gli spazi sociali occupati dagli sgomberi.