A prima vista non capisci nemmeno di cosa si tratta. Non distingui, nel groviglio di lamiere che pendono da quel che rimane di un ponte, i resti di un camion. Tutto quel che vedi sono le quattro ruote posteriori, un pezzo di scocca, lamiere e fili bruciacchiati in mezzo ai quali spuntano pezzi di motore. Fine. E intorno ci sono solo vetri infranti, uffici sventrati, carcasse di macchine bruciate, porte divelte e calcinacci, una devastazione come solo un’esplosione molto violenta può provocare.

A Borgo Panigale l’inferno, quello vero fatto di fuoco e fiamme, arriva nel primo pomeriggio di ieri. Popoloso quartiere della periferia bolognese, è attraversato dalla tangenziale e dal raccordo che porta allo svincolo di collegamento tra la A1 e la A14, arterie tra le più trafficate lungo le quali è frequente che si formino lunghe code di macchine. Quando sul tratto di raccordo arriva un’autocisterna bianca carica di Gpl mancano pochi minuti alle due e le macchine dirette alle autostrade sono praticamente ferme, incolonnate sotto il sole in attesa di poter proseguire verso la loro destinazione. Le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza della società autostrade mostrano la cisterna bianca proseguire spedita come se l’autista, forse per distrazione o per un colpo di sonno, non si sia accorto del Tir fermo davanti a lui. Non un accenno di frenata, non un tentativo di ridurre la velocità o di deviazione. Niente.

L’impatto è violentissimo. La cisterna entra letteralmente nel Tir sbalzandolo in avanti contro le auto che lo precedono. Le fiamme sono immediate. C’è una prima esplosione seguita dopo pochi secondi da un’altra molto più violenta che a sua volta ne innesta a catena delle altre. A sera il bilancio fa contare un morto (inizialmente si era parlato di due vittime) e di un centinaio di feriti, tra i quali anche undici carabinieri e due agenti della polizia stradale intervenuti per prestare i primi soccorsi. I più gravi tra i feriti sono stati trasportati al centro grandi ustioni di Parma e Cesena mentre sulle possibili cause dell’incidente la procura di Bologna ha aperto un’inchiesta per disastro o omicidio colposo.

«Mi trovavo al ristorante quando a un ceto punto abbiamo sentito uno scoppio violentissimo. Abbiamo pensato a un attentato», racconta Marco Rosadini, di Arezzo, che ieri si trovava a Bologna per motivi di lavoro. «Con la deflagrazione il tetto di vetro del locale ha iniziato a crollare, le persone hanno iniziato a scappare. Eravamo seduti, a un certo punto si è sentito un boato fortissimo e ha cominciato a venire giù tutto», prosegue l’uomo. «Ho guardato fuori e mi è sembrato di vedere una parete in fiamme. Ci sono stati 7-8 minuti di scoppi, non ho davvero pensato a un incidente, ho pensato a un attentato».

Molte delle persone trasportate in ospedale sono rimaste ferite dai vetri delle finestre, trasformati in proiettili. La violenza dell’esplosione è provata anche da quello che rimane della tenda di un altro ristorante che si trova a un centinaio di metri dal punto dell’incidente. La gomma in fiamme di un camion l’ha centrata in pieno bruciandola, e per fortuna in quel momento non c’era nessuno nei paraggi. Scene di devastazione anche di fronte a due concessionari di auto, con file di carcasse bruciate,

Sono servite tre ore ai vigili del fuoco prima di riuscire ad avere ragione delle fiamme. La serie di esplosioni ha provocato anche lesioni a numerosi palazzi del quartiere, sui quali ieri sono cominciate le prime verifiche da parte dei vigili del fuoco, alla ricerca anche di possibili altre vittime. Per adesso le persone che motivi di sicurezza sono state allontanate dai propri alloggi sono circa un centinaio. Per tutte loro il Comune ha disposto che siano ospitate gratuitamente negli alberghi della città.