Tutti sono d’accordo sulla necessità di evitare gli aumenti delle bollette dell’energia. Sul come farlo, quali strumenti adoperare e quali leve toccare, le posizioni divergono. Ed è inevitabile che la questione tiri in mezzo il modello di sviluppo e l’epocale partita della transizione ecologica. Nell’immediato, il governo è al lavoro per fronteggiare i forti rincari delle bollette previsti per l’ autunno che, come ha annunciato nei giorni scorsi il ministro Roberto Cingolani, viaggerebbero attorno al 40% per l’elettricità e al 31% per il gas. Il consiglio dei ministri convocato per oggi per discutere di Green pass comincerà col prendere in considerazione tre opzioni: un intervento sull’Iva pagata dai consumatori (dal 10 al 4%), una misura una tantum per scongiurare l’aumento o l’utilizzo di parte dei fondi per le aste dei diritti per le emissioni di CO2 per pagare gli oneri di sistema, cioè gli investimenti per le energie rinnovabili oppure le spese per lo smaltimento e la gestione delle scorie nucleari. La Spagna, ad esempio, ha deciso di tassare ulteriormente i profitti delle società energetiche. La Francia sta studiando la possibilità di ampliare i voucher sull’energia che già ora utilizzano 5,5 milioni di famiglie della fascia di reddito medio-bassa.

IL COMMISSARIO UE Paolo Gentiloni da Bruxelles sostiene che la transizione climatica «ovviamente comporta anche un incremento di prezzi per i prodotti più inquinanti» e invita a interrogarsi «su come mettere in piedi ombrelli per evitare conseguenze sociali troppo aspre», anche tra le fila politiche italiane l’intenzione è quella di far fronte comune contro i rincari. Il leader M5S Giuseppe Conte promette «forte determinazione» visto che «se dall’oggi al domani luce e gas aumentano del 30-40% il bilancio familiare salta». La camera esaminerà il prossimo 22 settembre la mozione di M5S.

MATTEO SALVINI ricorda che «l’Iva sulle bollette pesa per 5 miliardi e dipende unicamente dal governo». Ma la Lega e altre componenti della maggioranza giocano di sponda con alcune delle aperture dei giorni scorsi di Cingolani sul nucleare, poi ritrattate in seguito al vertice con Conte e i ministri del M5S. Lo stesso Salvini avvia la giornata dicendosi pronto ad ospitare una centrale in Lombardia.La vicepresidente della Regione Letizia Moratti non si tira indietro: «Il nucleare ha fatto grandissimi passi avanti, adesso c’è un nucleare verde, un nucleare sicuro, personalmente credo sia anche il modo per non pagare bollette che continuano a crescere, siamo troppo dipendenti dall’estero per importare energia».

IL PD, TRAMITE il vicepresidente del gruppo al senato Franco Mirabelli, si dice «contrario a riaprire una discussione su cui gli italiani si sono già espressi in modo chiaro con un referendum». Per Loredana De Petris di LeU, quella di Salvini sul nucleare sono soltanto «chiacchiere». Il tema delle bollette, piuttosto, «dimostra come la massima urgenza sia oggi premere l’acceleratore a tavoletta sulla riconversione alle energie rinnovabili. Non c’è altra strada, in prospettiva, per tenere sotto controllo il costo dell’energia e non rimanere esposti alle fluttuazioni del mercato». Anche per De Petris c’è una strada per evitare che paghino i cittadini: «L’aumento del costo del gas è reale ma non bisogna dimenticare che il costo dell’energia ha un peso relativo sulle bollette – spiega – Dunque, in un frangente simile, il dovere del governo è tagliare i costi delle altre voci».

IL SEGRETARIO confederale della Cgil Emilio Miceli è preoccupato che tutto ciò pregiudichi la necessità storica di cambiare modello energetico in chiave sostenibile. «Avvertiamo il rischio di rimettere in discussione il percorso di cambiamento che si è fatto finora per ridurre il riscaldamento globale», dice Miceli. Che poi evoca la necessità di chiarire la struttura delle bollette dell’energia: «Lo stato, in questi anni, ha scaricato sulle bollette elettriche tutte le sue inefficienze – sostiene Miceli – Sarà bene che la bolletta torni ad essere quello che è: un misuratore del consumo di energia ma continuando a farsi carico delle fasce più deboli».