Manca ancora l’annuncio ufficiale, ma la decisione è presa: il Patto di unità, l’alleanza di organizzazioni di base boliviane, ha scelto «all’unanimità» l’ex ministro degli Esteri (dal 2006 al 2017) David Choquehuanca come candidato alla presidenza per il Movimiento al Socialismo alle elezioni del prossimo 3 maggio e il vicepresidente dei cocaleros del Trópico de Cochabamba Andrónico Rodríguez, il pupillo di Evo Morales, come suo vice.

Una decisione attesa, dal momento che il primo era già stato indicato come candidato presidenziale dalla Federación Túpak Katari di La Paz, mentre sul secondo erano cadute le preferenze dei produttori di coca del Chapare. La notizia arriva in un momento delicato per il Mas, dopo il diluvio di polemiche scatenate dalle parole pronunciate da Morales dal suo esilio in Argentina riguardo alla creazione di milizie armate popolari sul modello di quelle venezuelane in caso di un suo ritorno nel paese, con l’argomentazione che, «se le forze armate sparano alle persone, queste hanno il diritto di provvedere alla propria sicurezza». Una dichiarazione, questa, non solo usata dalle forze golpiste per tornare a evocare la proscrizione del Mas, ma anche mal digerita dal governo argentino, che ha chiesto all’ex presidente di abbassare «il tono belligerante del suo discorso».

Cosicché Morales ha ritenuto opportuno fare un passo indietro – «ritratto le mie parole» – ribadendo la sua ferrea convinzione rispetto alla «difesa della vita e della pace». Non senza esprimere tuttavia un «profondo dolore» per i massacri, i crimini senza giustizia e la sistematica persecuzione da parte del governo – fino all’avvio di indagini su 592 autorità del Mas che hanno coperto ruoli istituzionali tra il 2006 e il 2019 -, per di più accompagnata da una crescente militarizzazione