Gli haters, gli odiatori della presidente della Camera Laura Boldrini non le danno tregua. Ieri è comparso su Facebook un fotomontaggio raccapricciante di lei con la testa mozzata, adagiata su un tavolo bianco con tanto di sangue che le cola dalla bocca e inzuppa i capelli, e la scritta cubitale: «questa è la fine che deve fare così per apprezzare le usanze dei suoi amici», e ancora, sopra: «sgozzata dà un nigeriano inferocito» (letterale, con la preposizione accentata, ndr).

A trovare e documentare con uno screenshot, cioè la foto della foto, il macabro attacco alla terza carica istituzionale del Paese sono stati i Sentinelli di Milano, un gruppo di cittadini che si definiscono «laici e antifascisti», nato in via spontanea attraverso la Rete nell’ottobre di quattro anni fa per difendere i diritti dei gay prendendo in giro i raduni omofobi delle cosiddette Sentinelle in piedi. Il gruppo dei Sentinelli ora conta 7 mila attivisti ed è una realtà riconosciuta del vasto mondo dell’associazionismo per i diritti civili milanese.

Questa volta i Sentinelli hanno deciso di intervenire in prima persona a difesa di Laura Boldrini e per prima cosa hanno denunciato l’odiatore con nome e cognome, Gianfranco Corsi, (il quale anche se ha provveduto a rimuovere il post particolarmente rivoltante sulla sua bacheca ne mantiene altri dello stesso tenore, magari condivisi da altri ndr). Scrivono infatti i Sentinelli: «Non crediamo sia più tempo come pratica da social di cancellare il nome e il cognome di chi scrive o pubblica cose così. Noi diamo per scontato che Laura Boldrini abbia un grado di protezione tale da non rischiare nulla, perché di Gianfranco Corsi si sta riempiendo il Paese con mandanti politici fin troppo noti».

«Ci siamo resi conto questa mattina di questo post, che – racconta al Corsera Cronaca di Milano Luca Paladini, portavoce dei Sentinelli – ci è stato segnalato da persone che ci seguono, come spesso avviene, ma una volta che lo abbiamo diffuso chi lo ha pubblicato lo ha rimosso, probabilmente si è accorto che rischiava qualcosa». I Sentinelli hanno immediatamente segnalato il post a Facebook «e alcuni amici che ci seguono come studio legale – aggiunge Paladini – hanno già preso in mano la cosa».

Dopo il fantoccio truccato per avere le fattezze di Laura Boldrini messo al rogo in piazza a Busto Arsizio da esponenti del Movimento Giovani Padani della Lega, durante una festa, soltanto pochi giorni fa, questo nuovo ignobile gesto di macabro dileggio per attaccarla in campagna elettorale ha scatenato le condanne della politica, dal presidente del Senato Pietro Grasso – con lei tra l’altro candidato tra le fila di Leu – fino a Giorgia Meloni, che si dissocia e le esprime solidarietà e chiama in causa «il clima di odio che fa aumentare la violenza di cui le donne sono vittime ogni giorno».

Basta però fare una rapida carrellata sulle bacheche di questi haters per vedere che non di semplice misoginia si tratta. I post contro la presidente della Camera, anche se meno raccapriccianti di quello di Gianfranco Corsi, sono tutti associati all’immigrazione e si mischiano regolarmente a propaganda neofascista. Stupisce poi, ma non tanto, che in questi link si trovino non di rado agenti o ex agenti di polizia, addirittura c’è chi si vanta di aver fatto parte delle squadre speciali antiterrorismo, tra una gif animata che fa il saluto romano, una foto con il mitra spianato e il passamontagna dei reparti speciali o lo stemma dell’ex Sismi ora Aise.