L’appuntamento è domani, sabato 16 giugno, alla «Villetta», sede storica nel quartiere-simbolo del riscatto della sinistra della Capitale. In quell’VIII municipio dove domenica scorsa il trentenne Amedeo Ciaccheri è stato protagonista di una clamorosa rimonta grazie a una coalizione che metteva insieme tutto il mondo civico e democratico dello storico quartiere rosso che però alle ultime comunali era stato espugnato dalla marea gialla dei 5 stelle. Ciaccheri ci sarà, ovviamente, ci sarà anche il presidente della Regione Zingaretti, il suo vice Smeriglio – regista del ’Modello Garbatella’, ma anche il sociologo Domenico De Masi e il segretario dell’Arcigay Gabriele Piazzoni. Sono stati chiamati dall’ex presidente della camera Laura Boldrini e dalla sua rete «Futura» che, come agli sfortunati tempi dell’oggi esecrato Giuliano Pisapia, insiste nell’idea di ridare cittadinanza a qualcosa che assomigli a una sinistra popolare e non a un’enclave accerchiata. «È il momento di fare i conti con la realtà, siamo inesistenti nello scacchiere politico. E invece c’è tanta a sinistra nella società, fuori dai rituali, nelle amministrazioni, nei comitati di quartiere», spiega Marco Furfaro, coordinatore di Futura, «Proveremo a farlo a livello nazionale. Mettiamo insieme tante esperienze “irregolari” per costruire una sinistra giovane, femminista e innovativa. Per battere le destre occorre un anno zero, protagonisti nuovi, credibilità, un’idea di società alternativa alla destra. Ripartiremo da questo, lasciando fuori ogni politicismo».
Percorso in divergenza parallela con quello di Liberi e uguali, con cui comunque Boldrini è stata eletta. A Garbatella arriverà la neo deputata Rossella Muroni, l’europarlamentare già civatiana Elly Schlein, ma nessuno dei «ragazzi di sinistra» che guidano la lista.

Non è un caso. In questi giorni i militanti di Leu hanno ricevuto la comunicazione dell’inizio del cammino costituente verso la non scontata unificazione fra Si e Mdp. «Un percorso aperto e partecipato che condurrà alla definizione del profilo politico di Leu», ha scritto Piero Grasso. Un congresso «per tesi» in due fasi: entro giugno sarà costituito il comitato promotore; dal primo luglio al 30 settembre si potrà aderire a Leu e discutere le tesi; entro il 10 ottobre la votazione sul «manifesto delle idee». La seconda fase, da ottobre a dicembre, sarà il vero congresso fondativo.

Uno dei nodi, naturalmente, è come rifondare la sinistra nell’Italia del populismo giallo-verde. E anche quale rapporto riaprire con i dem, che a sua volta in autunno celebreranno il loro congresso. Boldrini propone il «big bang», e cioè il rimescolamento generale delle carte che piace anche al Pd, tanto a quello di Paolo Gentiloni che a quello di Nicola Zingaretti,i due papabili segretari.
Ma dentro Leu la discussione è complicata. In Mdp le spinte per la riunificazione sono forti ma non è detto che siano maggioritarie: si sentono di più al centro che nei territori, dove spesso si sono consumate rotture dolorose.

Intanto Leu deve rassegnarsi a una defezione. Quella di Possibile, annunciata dalla nuova segretaria Beatrice Brignone. «Resteremo fuori dal percorso del partito unico: preferiamo concentrarci sui temi più importanti per il paese senza attardarci in dibattiti su statuto, delegati e dirigenti», spiega. Continua la collaborazione con la lista alla camera, dove è stato eletto il ligure Luca Pastorino. Ma per il resto nei fatti si consuma la prima separazione consensuale, dunque, che però non dovrebbe compromettere l’uso del simbolo di Leu.