Al primo piano di Montecitorio, nel palazzo dove entrò nel 1979 da deputato della Sinistra indipendente, si è aperta ieri la camera ardente di Stefano Rodotà.

Resterà aperta oggi dalle 10 alle 19. Domani il feretro sarà spostato all’Università la Sapienza per l’ultima cerimonia di lunedì (con inizio alle 11) che vedrà gli interventi del presidente del senato Piero Grasso, del rettore della Sapienza Eugenio Gaudio, del preside della facoltà di Giurisprudenza Paolo Ridola, del professore di diritto civile e suo allievo Guido Alpa e del professore di diritto costituzionale Gaetano Azzariti.

Ieri pomeriggio la presidente Laura Boldirini ha aperto la camera ardente accompagnando la moglie Carla, la figlia Maria Laura e i nipoti. Successivamente sono venuti a rendere omaggio a Rodotà il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni – «è stato un esempio di vita e di una vita dedicata alla libertà e a dare il buon esempio a tantissimi giovani che con lui hanno lavorato» – il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni, l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – «siamo entrambi di comune accordo sfuggiti a qualsiasi sollecitazione per un incontro tra noi che rischiava di diventare uno scontro, bisogna saper preservare le amicizie» – il giudice costituzionale e antico collega di accademia Giuliano Amato.

Tra i tanti cittadini che hanno raggiunto Montecitorio in un pomeriggio caldissimo, il ministro della giustizia Andrea Orlando, Emma Bonino e l’anziano dirigente radicale (il pr fu la prima passione politica di Rodotà) Gianfranco Spadaccia, l’ex sindaco di Torino Diego Novelli, l’editore Giuseppe Laterza, l’attore Fabrizio Gifuni, Gianni Cuperlo del Pd, Nicola Fratoianni e Loredana Depetris di Sinistra italiana, Gianni Letta, la ministra Anna Finocchiaro, Alfiero Grandi, Domenico Gallo e Vincenzo Vita del coordinamento per la democrazia costituzionale. Oggi è annunciata la presenza del presidente Mattarella.