Restano ancora da accertare i motivi dello schianto del Boeing 737 del volo PS 752 della Ukraine International Airlines avvenuto pochi minuti dopo dopo aver lasciato l’aeroporto Imam Khomeini di Teheran.

I 168 passeggeri e le 9 persone dell’equipaggio sono tutti deceduti. Si tratta della più grande tragedia aerea mai avvenuta nella storia del paese slavo. Oltre a ai piloti e agli steward c’erano solo 2 passeggeri ucraini. I restanti erano 73 cittadini canadesi, 71 iraniani, 8 svedesi, 6 afgani e 3 inglesi.

Tutte le principali compagnie aeree mondiali hanno interrotto già da 48 ore i voli sull’Iran e l’Iraq.
Anche se le ipotesi dell’azione terroristica o dell’attacco missilistico continuano a essere rigettate dalle autorità e sono considerate dagli esperti «poco credibili», molte questioni per ora restano ancora aperte. Sia la compagnia aerea che i responsabili dell’aereoporto ritengono «sia ancora troppo presto per rispondere alle domande che tutti si fanno in queste ore».

L’aereo era stato inaugurato solo nel 2016 e la Ukraine Airlines ripete come un mantra che un cedimento di uno dei motori del velivolo è ritenersi «impensabile».
Tuttavia dal pomeriggio di ieri si sono intraviste delle frizioni tra Kiev e Teheran. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa iraniana Mehr l’Iran non consegnerà per ora a nessuno la scatola nera dell’aereo. «Non daremo la scatola nera al produttore e agli americani» ha detto Ali Abedzadeh, capo dell’Organizzazione per l’aviazione civile.

L’Iran non consegnerà le informazioni contenute nella registrazione del volo neppure agli ucraini considerati troppo vicini al governo americano. E hanno i loro buoni motivi per pensarlo, visto quanto si sente affermare a Kiev.
Bogdan Yaremenko leader di Servire il popolo, il partito del presidente Volodomyr Zelensky si è appellato al proprio governo «perché abbandoni ogni timidezza» nel sostegno al governo Usa nello scontro con l’Iran.

«Oggi, le relazioni con gli Stati Uniti sono il più grande valore aggiunto della politica estera dell’Ucraina» ha detto il deputato rivolgendosi ai propri colleghi.
«E ciò non attiene solo alle centinaia di milioni di dollari che riceviamo ma rappresenta un importante messaggio politico. Non possiamo contare su nessun’altra potenza mondiale in materia di contenimento dell’aggressione russa contro di noi e del mondo nel suo insieme» ha concluso Yaremenko.
(yurii colombo)