Il disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati è stato di fatto bocciato. Nella commissione giustizia del senato il Pd e i 5 Stelle, con senatori del gruppo misto, hanno approvato l’emendamento del M5S che cancella l’articolo 1, il cuore del provvedimento. I forzisti tuonano contro le «toghe rosse» e protesta l’Ncd. Da Porta a Porta arriva a sera la risposta di Renzi: «La responsabilità civile dei magistrati già c’è, con una procedura molto complicata. Abbiamo molti margini di lavoro, finché i toni saranno da derby ideologico e da campagna elettorale non ci potrà essere nessun intervento sulla giustizia, non finché ci sarà chi dice che la magistratura è un cancro».
Esultano i 5 Stelle, con il capogruppo in commissione, Enrico Cappelletti, che parla di «grande risultato» perché «sono state soppresse le norme che minavano l’indipendenza della magistratura: in tutti gli ordinamenti dei paesi occidentali in caso di errore giudiziario è lo Stato che paga e poi si può rivalere sul magistrato».

Il senatore forzista Lucio Malan invece tuona contro il «colpo di mano» con il quale «i senatori Pd e M5S hanno affossato il ddl Buemi-Nencini-Longo. Per i seguaci di Renzi e Grillo i magistrati devono continuare ad essere gli unici cittadini che non subiscono alcuna conseguenza per i danni provocati dai loro errori». E i forzisti si chiedono se esista una nuova maggioranza Pd-5 Stelle, minacciando «conseguenze» e chiedendo «chiarimenti».

Protesta anche il socialista Riccardo Nencini, vice ministro alle infrastrutture: «Nonostante il crepuscolo berlusconiano, la giustizia continua a fare da spartiacque, producendo un danno agli italiani e a certa sinistra, prigioniera di stereotipi del passato, e dire che Renzi era stato chiaro». A ottobre il non ancora premier aveva parlato della necessità di «una radicale riforma della giustizia che disciplini la responsabilità civile dei magistrati nel rispetto degli standard europei. Non un pasticcio all’italiana».