Un nuovo blocco di attivisti e mamme si è formato ieri mattina a Niscemi, all’ingresso della base del Muos. Polizia e mezzi delle ditte del cantiere erano entrati alle 6 del mattino trovando libero l’accesso. I partecipanti al blocco, un centinaio, hanno impedito per un’ora l’uscita ai militari e agli automezzi, sdraiandosi a terra in un tappeto umano. Duro l’intervento della polizia che, in tenuta antisommossa, ha strattonato e trascinato i pacifisti per consentire il passaggio agli automezzi e agli operai, causando il ferimento di alcuni manifestanti.

La riserva naturale Sughereta di Niscemi – già devastata dalle 46 antenne inquinanti del sistema di telecomunicazioni militari Nrtf-8, e destinata ad ospitare la stazione terrestre del Muos – torna ad essere così luogo di tensioni. I lavori di edificazione del Muos continuano, abusivamente, nonostante un atto formale di revoca della Regione Sicilia in vigore già dal 29 marzo. Dura la reazione delle forze di polizia, secondo la testimonianza di Peppe Cannella, del Comitato di Base No Muos di Modica, uno dei due attivisti finiti in ospedale con una prognosi di 5 giorni: «Stamattina abbiamo bloccato due grossi mezzi americani in uscita dalla base, scortati da furgoni e macchine della polizia e da 40 agenti in tenuta antisommossa. Lo abbiamo fatto con un’azione non-violenta, ma dopo mezz’ora siamo stati caricati e strattonati. E noi saremmo i violenti?». Due attivisti fermati e portati in commissariato, sono agli arresti domiciliari.