La marina militare degli Stati uniti ha preso il controllo della petroliera, battente bandiera nordcoreana, Morning Glory. Le autorità libiche erano state incapaci di fermare la nave, scortata dai ribelli della Cirenaica, dal porto di Sidra verso le acque internazionali. L’operazione è stata compiuta dal cacciatorpediniere lanciamissili Roosevelt, dal quale sono partiti anche degli elicotteri. Non è stato reso noto quanti militari statunitensi siano stati impiegati nell’operazione. Il Pentagono conferma che non ci sono stati feriti nel comunicato in cui si ricostruisce in parte l’intervento.

Il blitz è scattato nella notte tra domenica e lunedì in acque internazionali, al largo delle coste sud-orientali di Cipro. Secondo la stampa egiziana, la petroliera avrebbe tentato di attraccare in Egitto venerdì prima di dirigersi in acque internazionali. Dal canto loro, le autorità nordcoreane hanno sempre negato di avere legami con la nave che potrebbe essere gestita invece da una compagnia che opera nel porto di Alessandria d’Egitto. La petroliera prima di essere fermata, avrebbe tentato di navigare nel Mediterraneo in cerca di un acquirente per il petrolio caricato in Libia.

La petroliera ora verrà ricondotta in Libia dal cacciatorpediniere Usa, Stout. Secondo le ricostruzioni fornite dagli Stati uniti, la petroliera era stata sequestrata da tre uomini libici armati prima che venisse effettuato il carico illegale di greggio. Nel comunicato si sostiene che siano stati i governi libico e cipriota a richiedere l’intervento.

La nave trasportava greggio venduto illegalmente dai ribelli della Cirenaica. Proprio la prima eclatante vendita di petrolio, nonostante il divieto del governo di Tripoli, da parte dei separatisti di Bengasi, aveva causato la sfiducia del premier Ali Zeidan da parte del parlamento libico, lo scorso 11 marzo. In seguito al voto, Zeidan è fuggito in Germania, nonostante pendano sul suo capo accuse di corruzione. L’ex premier ha anche dichiarato che il voto del parlamento che lo ha sfiduciato sarebbe stato falsificato e che presenterà un appello formale alla Corte costituzionale.

Non è ancora chiaro a chi fosse destinato il carico di greggio. Abdu Al Barassi, leader dell’autoproclamato governo della Cirenaica, aveva annunciato da tempo l’intenzione di procedere alla vendita di petrolio indipendentemente dalle autorità centrali. Di conseguenza, il parlamento libico aveva approvato l’uso della forza per riprendere i porti sotto il controllo dei ribelli. Quella della Morning Glory è la prima operazione di export orchestrata dall’Ufficio politico di Barqa (nome arabo della Cirenaica), che ha dichiarato nei mesi scorsi l’autonomia della regione. Dal 2011 Jadran (detto anche il «Robin Hood» della Cirenaica) è diventato responsabile delle guardie di sicurezza di alcuni impianti petroliferi. Dalla fine di luglio dello scorso anno ha approfittato della sua posizione per guidare le proteste che bloccano i porti accusando il governo di corruzione sulla vendita di greggio.

Come se non bastasse, la crisi libica peggiora di ora in ora. Sono più di dieci le persone rimaste uccise a Bengasi a seguito di un’esplosione che ha colpito una base militare. E così salgono a oltre 230 i morti nelle decine di attentati e attacchi verificatisi a Bengasi solo nell’ultimo anno.