NoLa casa ribolle. I movimento romani per il diritto all’abitare hanno riacceso i fuochi. Stavolta è toccato a Action, ieri protagonista di un’azione determinata a difesa dell’occupazione abitativa di via Castrense, nel quartiere di San Giovanni. Di buon mattino, all’ora di punta, le 7,30, gli attivisti hanno invaso la strada, costruito una barricata, dando alle fiamme alcuni cassonetti per impedire l’accesso alla tangenziale che porta all’ingresso dell’autostrada A24. L’incendio ha bloccato per un’oretta il traffico, mentre i vigili del fuoco hanno spento i piccoli focolai che hanno diffuso nella zona un fumo nero e acre.

Sui volantini distribuiti durante il blitz si sono lette le parole chiave dei movimenti che si battono contro la campagna degli sgomberi e soprattutto sfratti a tappeto, con annessa criminalizzazione, mai interrotte anche durante la giunta Marino. «Stop sfratti e sgomberi: sarà un’emergenza che vi seppellirà». È stata annunciata una «resistenza» contro «l’annunciato sgombero» della storica occupazione di via Castrense, già in passato protagonista di un’intensa campagna di lotta e resistenza.

Action ha così spiegato la situazione: «Il 31 luglio (ieri, ndr) è stata annunciata la chiusura del Caat di viale castrense. I movimenti che da giorni chiedono un confronto serio alle forze politiche comunali, non ci stanno e hanno bloccato la tangenziale assieme alle famiglie che per la maggiore rimarranno per strada dopo 10 anni di residenza. Questa chiusura senza assegnazioni di case popolari per gli abitanti aventi diritto, come a breve succederà per l’occupazione di viale Carlo Felice, avviene nella totale violazione delle delibere 206/07 e 124/11 della giunta capitolina che prevedono le quote di riserva Erp. Per questo chiediamo un incontro immediato al sindaco».

L’incontro, e la richiesta di bloccare gli sfratti, non sembrano essere stati accolti da Marino che ha accusato il movimento di «vandalismo». L’attacco è, per il sindaco di una città sotto posta alla battente campagna del «decoro» e «ordine», pesante: «Credo che la casa sia un diritto che vada difeso, ma nel difendere questo diritto è inaccettabile che qualcuno metta a ferro e fuoco i cassonetti della Capitale d’Italia, blocchi le strade, impedisca alle persone di muoversi e crei problemi per la sicurezza della nostra città – ha detto in un video pubblicato su Facebook – Questo non sarà tollerato da nessuno». Poco dopo si è appreso che la polizia ha identificato quindici persone «a carico dei quali si procederò a termini di legge». Quanto al problema sollevato dall’azione, Marino ha avanzato la soluzione respinta già da tempo dai movimenti: «Alle persone che hanno diritto ad avere una casa – ha detto – abbiamo deciso di dare un buono casa per avere la possibilità di affittare una casa che scelgono da soli». E questo per evitare di ripetere «lo scandalo delle residenze che il Comune affittava da imprenditori pagando fino a 4 mila euro al mese per 50 metri quadrati a Pietralata». Salvo il fatto che i soldi per il «buono casa» potrebbero finire nelle tasche di altri imprenditori che speculano ugualmente su chi ha il diritto alla casa.