Al disastro seguono le denunce. Il Forum Acqua fa ricorso alla carta bollata con due diversi esposti sull’emergenza maltempo in Abruzzo. Per circa tre settimane, dagli inizi di gennaio, la regione è stata in balìa di condizioni meteo proibitive, divenute drammatiche per i cittadini a causa dei disservizi: paesi isolati; strade sommerse da metri di neve e dimenticate; turbine e mezzi meccanici fantasmi: attesi, annunciati e mai visti; centinaia di migliaia di abitazioni senza luce, senza gas né acqua, senza possibilità di collegamenti telefonici e di qualsiasi tipo di comunicazione.

Situazioni di disagio estreme, che hanno provocato feriti e vittime: ci sono stati morti per asfissia, uccisi dal monossido di carbonio dopo aver usato un generatore per scaldarsi; morti di ipotermia; morti nella bufera perché cercavano beni di prima necessità; morti per non aver ricevuto le cure e le medicine necessarie.

«L’EMERGENZA, – evidenziano Augusto De Sanctis e Renato Di Nicola, del Forum Acqua Abruzzo – in maniera spietata ha svelato il fallimento complessivo dell’azione amministrativa e politica di decenni, a partire dalla programmazione errata degli investimenti sul territorio, tutti incentrati su grandi opere e non sulla cura dell’esistente, a partire da strade e reti elettriche di Terna ed Enel. In Abruzzo il principale investimento di Terna, realizzato con i soldi dei cittadini, è un cavo dal Montenegro che vale un miliardo di euro e di cui neanche Terna riesce a individuare bene la funzione. Quanti tralicci, in Abruzzo, si potevano sostituire e, in diversi tratti, le reti interrate!».

È STATA un’autentica calamità il black out elettrico. «Sono saltati – spiega una nota del Forum – i processi gestionali, da quelli organizzativi relativi alla prevenzione a quelli dell’emergenza urgenza. Resterà impressa la scena del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, che cerca di risolvere l’emergenza di 500-700 mila utenze senza corrente attraverso la propria pagina Facebook, fuori da ogni procedura prevista, rivendicandolo pure, senza accorgersi che era proprio la prova del fallimento: ha il sapore della farsa, se non ci fosse stato il dramma».

DA QUI GLI ESPOSTI a tutte le Procure della regione e a quelle di Roma e di Milano sulla questione blackout. Diversi anche i sindaci che, per questa deleteria situazione, hanno depositato denunce dettagliate alla magistratura, avviato azioni legali e chiesto risarcimenti. «Ci aspettiamo – incalza De Sanctis – che ne arrivino molte altre da istituzioni, associazioni, cittadini. Anzi, ci pare incredibile che la stessa Regione non abbia già depositato la propria. Le Procure dovrebbero creare un pool investigativo vista la mole di lavoro che hanno davanti, a partire dall’analisi delle strategie d’azienda per verificare se tutto ha funzionato oppure se vi sono responsabilità anche per l’uso di fondi pubblici. A nostro avviso la ricerca della verità va allargata, vagliando l’attività del ministero dello Sviluppo economico, che sovrintende le reti elettriche e a cui abbiamo inviato il primo messaggio di allarme già lunedì 16 alle ore 12.04. Poi l’Autorità dell’Energia, che dovrebbe sorvegliare e che ha premiato Terna per il devastante e inutile elettrodotto Villanova-Gissi, con 19 milioni di euro delle nostre bollette. Una beffa!».

Esposti poi, alle Procure abruzzesi, sul caos organizzativo. «La filiera prevista della legge 225/1992 sulla Protezione civile, così come recepita e organizzata dalla legge regionale e dai documenti di programmazione, ci pare essere saltata fin dalla fase di prevenzione, a partire dalla consapevolezza di non avere i mezzi necessari per affrontare il maltempo preventivato nei minimi particolare dai siti meteo. Chi ha “disorganizzato” il sistema?».

UN PENSIERO a Mattia Marinelli, 23 anni, e al padre cinquantenne Claudio che, in una frazione di Crognaleto (Teramo), bloccati in casa e senza luce, erano usciti per prendere da mangiare, dopo aver atteso i soccorsi. I loro corpi sono stati ritrovati sotto mucchi di neve. Prima di uscire il ragazzo aveva scritto sui social: «Dove siete quanto servite!?».

«Crediamo – afferma il Forum – che morire nella tormenta, come accaduto in questo caso, sia un atto di accusa che deve avere soddisfazione. Anche per la loro memoria e per i loro congiunti dobbiamo e vogliamo contribuire ad ottenere giustizia».