Loredana De Petris, senatrice eletta in Leu, quest’oggi insieme al suo collega Francesco Laforgia e al deputato Luca Pastorino discuterà con Giuseppe Conte e Beppe Sala e di ecologia e questioni sociali. È l’occasione per fare il punto sull’azione del governo Draghi e sui rapporti tra le forze di centrosinistra della maggioranza.

Ma prima di arrivare all’agenda politica, De Petris commenta il passaggio in prima lettura, al senato, del testo che inserisce in Costituzione la tutela dell’ambiente.

«Più che di una modifica si tratta di un aggiornamento – dice De Petris – Cosa che stanno facendo di tutto il mondo. La Francia, ad esempio, sta inserendo queste cose nel preambolo. L’articolo 9 della Carta era stato scritto benissimo dai padri e dalle madri costituenti e la giurisprudenza costituzionale ne ha dato un’interpretazione estensiva. Ma la Costituzione si occupava di tutela dell’ambiente solo nell’articolo 117 come modificato nel 2001 a proposito di competenze tra regioni e stato. I Verdi fin dagli anni novanta parlano di inserire nella Costituzione la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e della biodiversità. La pandemia e i cambiamenti climatici ci dicono che un modello di sviluppo basato sulla rapina delle persone e delle risorse sta minando le basi della vita. E l’Italia tra i paesi del G20 è al sesto posto nella classifica del rischio ambientale».

Tutto questo come ricade sul dibattito sulla transizione ecologica e il Pnrr?

Il Pnrr contiene cose positive. Ma altre non vanno bene, su energie rinnovabili e capitale naturale e biodiversità, ad esempio, siamo in ritardo. Il piano Next generation Eu tiene insieme la transizione ecologica e le infrastrutture sociali: su questo, come sulle semplificazioni, mi pare che i progetti avessero bisogno di più risorse.

Ci sono diverse critiche nei confronti del ministro Cingolani, addirittura qualcuno tra i 5 Stelle ha parlato di sfiducia individuale nei suoi confronti.

So che ci sono voci critiche, probabilmente più legate al suo essere tecnico più che ministro. Ci sono ancora ambiguità su progetti che ancora non abbiamo visto, su trasporti e mobilità bisognerebbe investire su mobilità locale e invece si spostano le risorse sulle grandi infrastrutture. In più, sono molto critica su semplificazioni che aprivano agli appalti al massimo ribasso, rischio per fortuna evitato, e che pongono coi subappalti questioni di sicurezza. Per non parlare del rilascio della autorizzazioni alle trivelle mentre è ancora in corso la redazione del Piano per le aree idonee. Ancora: vogliono di nuovo cambiare la Valutazione di impatto ambientale. E sono preoccupata dal fatto che venga creata una sovrintendenza speciale, così come sui temi sociali bisogna prorogare il blocco dei licenziamenti.

Riuscirà il parlamento a correggere tutto ciò?

Il parlamento è messo in una posizione ancillare. Le critiche a Cingolani e al Pnrr hanno bisogno che l’intergruppo che avevamo immaginato con M5S e Pd abbia una sua soggettivazione politica. Bisogna far vivere quella che avevamo chiamato alleanza strategica. Per lavorare meglio oggi e per costruire una coalizione per il futuro di questo paese.

Oggi ne parlerete con Giuseppe Conte.

Siamo molto interessati a capire il suo progetto di Conte, in questi anni abbiamo avuto un buon rapporto. Aveva lanciato l’alleanza per lo sviluppo sostenibile. Ci sarà anche Beppe Sala, che ha aderito alla carta dei valori dei Verdi europei. Insisto: contribuire come sinistra ecologista a costruire questo progetto significa anche trovare il modo di contare di più nel governo Draghi, visto che non tutto è lineare. Abbiamo invitato altre esperienze territoriali. Non abbiamo la priorità di darci nomi, ora si tratta piuttosto di assumere un punto di vista largo e superare la frammentazione riaffermando la natura strategica dell’alleanza con Pd e M5S.

Ci crede al fatto che Conte voglia imprimere una svolta moderata al suo M5S?

In questo paese credo che di moderato non ci sia rimasto più nessuno, soprattutto se si vuole dare una svolta ecologista. Credo che conte voglia parlare a quelli che tali vengono considerati.