Cirasela, bambina rom di 15 mesi appena, è ancora in gravi condizioni, ricoverata in terapia intensiva all’ospedale Bambin Gesù di Roma. La prognosi non è ancora stata sciolta, dopo che un piombino, probabilmente sparato da un’arma ad aria compressa, l’ha colpita vicino alla colonna vertebrale.

I suoi genitori, due rom di nazionalità rumena che da poco hanno superato i vent’anni, martedì nel primo pomeriggio stavano camminando sulla Palmiro Togliatti, circonvallazione stradale alla periferia est di Roma. All’improvviso hanno sentito un botto che nel loro racconto paragonano a quello di un petardo. Pare provenisse dal lato opposto al loro, dove si trovano alcuni sfasciacarrozze, verso il pratone del Casilino. La bambina si trovava tra le braccia della mamma. È lei che per prima si è accorta che sua figlia perdeva sangue. Da lì la corsa in ambulanza, prima all’ospedale Pertini e poi al principale istituto pediatrico della capitale. La procura di Roma ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per lesioni gravissime. Indagano i carabinieri della compagnia Casilina.

Intanto, una lettera aperta firmata da 17 associazioni rom denuncia il clima d’odio creato da chi siede al Viminale e mette in relazione la campagna contro i rom e le vittime nel Mediterraneo. «Noi sappiamo che questa onda nera d’odio e di rancore trova oggi nel governo italiano, a dirigere il ministero dell’interno, chi l’ha alimentata e che ora ne coglie i frutti promettendo respingimenti, ruspe e censimenti etnici – sostengono – Perciò non ci sentiamo di rivolgerci al ministro dell’interno per chiedere giustizia per la piccola Cirasela. Certo, polizia e carabinieri faranno le proprie indagini ma il vigliacco che agisce nell’ombra sa bene che gode praticamente dell’impunità ed è perciò tanto più vile il suo gesto».

Tace, o quasi, Virginia Raggi. Che si limita a un generico messaggio di auguri di «pronta guarigione» postato su Facebook. Un messaggio, quello della sindaca, che evita accuratamente di fare riferimento all’etnia della piccola ferita. «Raggi non sa che la bambina viveva dalla nascita in una povera baracca. Che la bambina, in un anno e mezzo di vita, è stata già sgomberata tre volte dalle ruspe comunali. Che probabilmente è stata colpita da chi non vuole i rom in una città incattivita ed esasperata. Virginia non sa. È più facile non vedere.

È più facile non sapere» è la denuncia Carlo Stasolla, presidente dell’associazione 21 Luglio, che nel frattempo dall’altra parte della città sta seguendo le vicissitudini dei 350 sgomberati del Camping River. A giorni arriverà in visita ufficiale il ministro dell’interno Matteo Salvini. Ma non è ancora chiaro se visiterà un campo rom.