Oggi si vota a New York. E, dopo tre mandati di Michael Bloomberg e due di Rudolph Giuliani, il prossimo sindaco del più grande municipio degli States sarà un democratico, e un liberal. Con quaranta punti di vantaggio rispetto al suo oppositore repubblicano, Joseph L. Lotha, il public advocate di Brooklyn Bill de Blasio sembra destinato a vincere tranquillamente le elezioni – non importa se, come è previsto, a votare non andranno in tanti (erano poco più di un milione alle ultime elezioni, circa un terzo dei residenti).

Balzato improvvisamente in testa agli altri candidati del suo partito poco più di un mese prima delle primarie, nelle ultima settimane de Blasio ha consolidato intorno a sé non solo il supporto dei democratici (i suoi endorsements includono quelli di Obama, di tutti i sindacati, di Hillary Clinton, di Cuomo, di numerosi artisti e intellettuali e di quasi tutti I giornali della città) ma – magari più dietro alle quinte- anche quello di Wall Street e di lobby importanti come quella dell’immobiliare, che inizialmente guardavano con una certa preoccupazione la sua promessa di governare per il 99% e non per quell’uno per cento di cui faceva parte lo stesso Bloomberg.

L’odiosa politica deilo «stop a frisk»

Partito con uno svantaggio iniziale dovuto al fatto che nessuno lo conosceva, l’ex direttore della Metropolitan Transportation Administration (l’assessorato dei trasporti pubblici), Lotha, non si è aiutato impostando una campagna elettorale all’insegna dello spauracchio secondo cui la vittoria di de Blasio, e della sua politica, avrebbe riportato la città all’era buia tra la fine degli anni ottanta e l’inizio dei novanta, quando crimine e degrado urbano erano alle stelle.

Tra le promesse vane di Lotha – oltre alle solite riduzioni fiscali per i grossi imprenditori privati e tagli alla spesa pubblica- anche quella di tenere in carica l’attuale capo della polizia, Raymond Kelly, ormai identificato con l’odiata politica dello stop a frisk, fermi- perquisizioni a tappeto pesentamente discriminatori nei confronti di neri e latinos. L’aggressività della polizia newyorkese è stata infatti uno dei temi importanti di questa stagione elettorale in cui il desiderio di svolta era tale che la candidatura della democratica moderata Christine Quinn, all’inizio grande favorita dell’establishment del partito, èstata spazzata via dal messaggio populista e inclusivo di de Blasio perché lei, in qualità di speaker del consiglio comunale aveva opportunisticamente coltivato un’alleanza con Bloomberg.

Dall’alto dei suoi più di uno e novanta di altezza, con un sorriso aperto, la capacità di comunicare politica in modo intelligente, non dogmatico e con il vantaggio di una famiglia che riflette la promessa e I problemi quotidiani di una middle class post racial e civicamente impegnata, de Blasio si era posizionato fin dall’inizio come il candidato anti-Bloomberg – la sua New York sarebbe stata una città in cui la forbice tra chi ha e chi non ha si sarebbe ristretta, più sensibile ai bisogni della middle class, dei quartieri meno ricchi, alla creazione di posti di lavoro… E meno sensibile a una plutocrazia fatta di alta finanza e grossi imprenditori edili, i due grandi interlocutori dell’attuale sindaco.

Meno differenze tra ricchi e poveri

Asilo nido e doposcuola garantiti per tutti tra le promesse di de Blasio per combattere la differenza tra ricchi e poveri. Saranno pagati con un amento delle tasse di chi guadagna più di mezzo milione di dollari all’anno. Basta con le riduzione fiscali per i costruttori di torri di lusso e invece nuovi incentivi per l’edificazione di abitazioni a costi moderati. E poi aumento delle paghe, e giorni di malattia retribuiti per la fasce salariali più basse, nuovi investimenti nelle scuole pubbliche. Cliniche apposite per lavoratori pubblici per fare scendere i costi della loro assistenza sanitaria. Basta anche con i fermi e le perquisizioni a tappeto in favore di una forza di polizia più coinvolta nella vita dei singoli quartieri. Un nuovo capo del dipartimento di polizia verrà nominato al posto di Kelly.

Cosa resta di Bloomberg

Di Bloomberg continuerà la politica di miglioramento dei parchi, di aumento delle zone pedonali e dell’incentivo all’uso di biciclette (il bloomberghiano programma di bici a prestito, Citibike, ha un successo straordinario).

La “visione” di de Blasio parla non solo di una città più inclusiva, accessibile, «per tutti» ma anche di un rilancio del rapporto tra i cittadini e il loro governo, di una maggior partecipazione civica. Istintivamente è quello di cui New York ha bisogno – e l’entusiasimo nei confronti del massaggio di de Blasio lo prova. Dopo dodici anni in cui quella partecipazione è stata scoraggiata, c’e’ da vedere quanto sarà facile riabituarsi.