Il primi voli di Ita – sempre commissione europea permettendo – dovrebbero partire dal 15 ottobre, giorno in cui al contempo Alitalia cesserà di esistere con un fondo da 100 milioni per rimborsare i clienti che avevano già prenotato voli in data successiva.
L’annuncio urbi et orbi di Ita è di iniziare la vendita dei biglietti «entro questa settimana». Dove e come però è ancora un mistero. La nuova compagnia non ha ancora un sito internet – «sarà comunicato a breve», precisano fonti aziendali – e soprattutto non ha un «servizio clienti», visto che il bando per assicurarsi l’appalto non è ancora stato assegnato nonostante i tempi strettissimi riservati alla presentazione delle offerte.
Le denunce sindacali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom sul rischio di primo «disastro sociale» per l’esito del bando – ne seguiranno certamente di più ampi per i bandi riguardanti manutenzione e handling che Ita non potrà comprare da Alitalia – ha portato Ita a chiedere «approfondimenti» rispetto ai tre operatori di call center che avrebbero presentato un’offerta. Ma se ora i tempi dell’assegnazione sono indefiniti, le richieste di specifiche sarebbero solo sul costo del servizi e non – come richiesto dai sindacati – sulla tutela dei posti di lavoro attuali e sull’evitare che il servizio sia effettuato delocalizzando all’estero la commessa.
A rischio ci sono 570 posti di lavoro a Palermo di Almaviva, personale qualificato che lavora come call center Alitalia in buona parte da 20 anni. Almaviva avrebbe presentato una nuova offerta ma difficilmente risulterà vincitrice in quanto il suo costo del lavoro veniva già reputato alto.
La richiesta dei sindacati è di prevedere una «clausola sociale» per garantire il lavoro agli addetti di Palermo anche in caso di nuovo vincitore, ma il bando – diversamente dalla maggior parte delle gare di questo tipo – non lo prevede. Tanto che Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom avevano parlato «di fatto un invito a delinquere, ovvero a non rispettare la legge sulle clausole sociali che garantisce la continuità occupazionale nei servizi di call center».
Ita aveva risposto alle critiche sindacali sostenendo che «la gara non sarebbe stata al massimo ribasso». I dubbi però rimangono e l’allungamento dei tempi li fa aumentare.