Gli Stati uniti hanno registrato per la prima volta più di 300mila casi di infezione da Covid-19 in un giorno. La situazione ha portato il presidente entrante, Joe Biden, ad annunciare di voler rilasciare quasi tutte le dosi di vaccino in possesso degli Stati e di non trattenerne la fornitura per garantire le seconde dosi, in uno sforzo più aggressivo per «garantire agli americani che ne hanno più bisogno di essere vaccinati il prima possibile».

IL PIANO DI VACCINAZIONE, che sarà presentato ufficialmente la prossima settimana, illustrerà l’organizzazione dei siti di vaccinazione gestiti a livello federale in luoghi come palestre delle scuole, stadi, unità mobili. Biden ha promesso di portare «almeno 100 milioni di vaccini Covid nelle braccia del popolo americano» nei primi 100 giorni alla Casa bianca.

La Food and Drug Administration (Fda), di cui solitamente Biden segue i consigli, si è detta fortemente contraria, definendo la mossa «prematura e non saldamente convalidata dalle prove disponibili».

Altri esperti, invece, l’hanno definita intelligente, ritenendo che l’imperativo è far vaccinare più persone il più rapidamente possibile, a condizione che le seconde dosi non vengano ritardate.

Il team di Biden a questo proposito ha dichiarato di essere fiducioso e che il presidente, se necessario, invocherà la legge del dipartimento della Difesa per convertire i mezzi di produzione pur di garantire le seconde dosi.

LA NOTIZIA ARRIVA insieme a una smentita del New York Times riguardo i rapporti su una nuova variante del virus, altamente contagiosa e proveniente dagli Usa.

La notizia era stata pubblicata venerdì da più organi di stampa sulla base di dichiarazioni speculative della dottoressa Deborah Birx che, secondo diversi funzionari governativi, si sono rivelate imprecise.

Il rapporto errato è nato in un incontro in cui la dottoressa Birx, membro della task force sul coronavirus della Casa bianca, presentando i grafici dell’escalation dei casi nel paese, aveva suggerito che forse una nuova variante più trasmissibile e originaria degli Stati uniti poteva essere la spiegazione dell’aumento dei casi.

La sua ipotesi si è trasformata in un rapporto settimanale inviato ai governatori. «L’aumento dell’autunno/inverno è stato quasi il doppio del tasso di aumento dei casi rispetto alla primavera/estate – si legge nel rapporto – Questa accelerazione suggerisce che potrebbe esserci una variante Usa che si è evoluta qui, oltre alla variante britannica che si sta già diffondendo nelle nostre comunità e potrebbe essere il 50% più trasmissibile. Misure di mitigazione più aggressive dovrebbero essere usate per abbinarsi a un virus più aggressivo».

I funzionari del Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) hanno cercato di rimuovere quelle che erano dichiarazioni speculative, senza successo. Gli scienziati non erano d’accordo con la valutazione, secondo un frustrato funzionario del Cdc che ha parlato anonimamente con il Nyt per timore di ritorsioni. La notizia di una possibile variante è così apparsa sulla Cnn per diffondersi su gli altri media.

RISPONDENDO ai giornalisti sulla variante del virus il Cdc ha rilasciato una dichiarazione formale, confutando la teoria: «I ricercatori dei Cdc stanno monitorando tutte le varianti emergenti, inclusi 5.700 campioni raccolti a novembre e dicembre – ha detto Jason McDonald, portavoce dell’agenzia – A oggi, né i ricercatori né gli analisti del Cdc hanno visto l’emergere di una particolare variante negli Usa».