Dopo nove anni il Senato è tornato in mano democratica, con una risicata maggioranza 50 – 50 a cui si aggiunge il voto del vicepresidente come ago della bilancia. Il cammino per il neo leader della maggioranza al Senato, Chuck Schumer, comincia sotto la pressione dell’ala liberal del suo partito che chiede che la Camera alta abbandoni la pratica del filibuster, l’ostruzionismo, vale a dire gli sforzi per evitare di votare una legge al Senato, continuando a parlare. I senatori che vogliono procedere per interrompere il dibattito devono votare una «mozione di chiusura» che ha bisogno non della maggioranza semplice ma di 60 voti, un modo per aumentare la soglia di maggioranza.

ELIMINARE IL FILIBUSTER renderebbe più facile l’approvazione delle colonne portanti dell’agenda di Biden, ma il leader della minoranza repubblicana Mitch McConnell ha chiesto pubblicamente e privatamente a Schumer di mantenere la soglia dei 60 voti sulla maggior parte delle leggi, come parte del loro accordo di condivisione del potere.

I Democratici ora avrebbero il potere di cambiare le regole del Senato con il sostegno di tutti i loro 50 senatori e del vice presidente Harris tramite la cosiddetta «opzione nucleare», un cambiamento unilaterale delle regole. Cambiare le regole sull’ostruzionismo renderebbe effettivamente il Senato un’istituzione maggioritaria, agevolando il passaggio delle leggi. Quattro anni fa, quando era McConnell a subire le stesse pressioni da parte di Donald Trump, 61 senatori avevano firmato una lettera indirizzata ai leader del Senato, per sottolineare l’importanza di proteggere l’ostruzionismo.

SE QUESTA È LA SITUAZIONE al Senato, alla Camera le deputate socialiste Rashida Tlaib e Ilhan Omar hanno applaudito alla moratoria di 100 giorni sui rimpatri, su cui avevamo lavorato moltissimo e approvata da Biden giá il 20 gennaio tramite un ordine esecutivo.

Il dipartimento della sicurezza nazionale ha dichiarato che la moratoria consentirà di «rivedere e reimpostare le priorità di applicazione. La pausa consentirà al Dhs di garantire che le sue risorse siano dedicate a rispondere alle sfide più urgenti che gli Stati Uniti devono affrontare, comprese le sfide operative immediate al confine sud-occidentale nel mezzo della più grave crisi di sanità pubblica globale in un secolo», ha detto l’agenzia, spiegando che i presidenti in genere identificano a quali classi di immigrati bisogna dare l’espulsione, mentre Trump l’aveva estesa praticamente a qualsiasi immigrato.

Joe Biden (Foto: Ap)

CON I SUOI PRIMI ORDINI esecutivi Biden si è mosso per fermare la costruzione del muro di confine con il Messico, revocare il divieto di viaggio rivolto ai Paesi in gran parte musulmani, il ritorno all’accordo sul clima di Parigi, e un memorandum presidenziale per rafforzare il Daca, il programma dell’era Obama che protegge gli immigrati illegali arrivati in Usa da bambini. Una delle priorità di questa amministrazione è la pandemia di Covid-19; la Cnn ha rivelato che Biden e i suoi consiglieri hanno scoperto che il piano di distribuzione del vaccino di cui parlava Trump, semplicemente non esiste, e che bisogna crearlo da zero.

La «strategia» consisteva di scaricare i vaccini agli Stati e che se ne occupassero loro. La nuova amministrazione ha chiesto le dimissioni di alcuni dei principali attori che hanno lavorato su i piani per la pandemia sotto Trump, tra cui il consigliere scientifico capo dell’Operazione Warp Speed Moncef Slaoui e il chirurgo generale Jerome Adams, e ha mantenuto Anthony Fauci, che ora serve come capo consulente medico di Biden sul Covid-19, e che ha annunciato all’Organizzazione mondiale della sanità che sotto il presidente Biden gli Usa rimarranno membri dell’agenzia e che intendono unirsi a Covax, il piano mondiale per i vaccini contro il coronavirus che mira a fornirne dosi ai Paesi poveri.

Durante la sua prima conferenza stampa Biden ha firmato diversi ordini esecutivi per far fronte alla pandemia. Mascherine obbligatorie, test e quarantena per chi entra in Usa, ma anche l’ordine alla Fema di «avviare i primi centri di vaccinazione comunitari sostenuti a livello federale», mentre il Cdc «lancerà il programma farmaceutico federale» per rendere disponibili i vaccini nelle farmacie.