Biden: «Invasione possibilità concreta». Cina cauta: «Preoccupati dagli eventi»
Crisi ucraina Le reazioni di Washington e Pechino al riconoscimento dell'indipendenza di Donetsk e Lugansk da parte di Putin. La Casa bianca: «Continueremo a fornire armi difensive al governo di Kiev»
Crisi ucraina Le reazioni di Washington e Pechino al riconoscimento dell'indipendenza di Donetsk e Lugansk da parte di Putin. La Casa bianca: «Continueremo a fornire armi difensive al governo di Kiev»
Il presidente americano Biden in un intervento video, nella serata di ieri, ha ribadito il sostegno a Kiev, denunciato la possibilità che la Russia «marci verso Kiev» e annunciato quattro blocchi di sanzioni «concordate con i nostri alleati», pur specificando di «non voler combattere contro la Russia».
La prima tranche di misure americane contro Mosca prevede «sanzioni contro due istituzioni finanziarie russe, il debito sovrano, e da domani contro le élite e le loro famiglie». Biden ha anche anticipato alcune possibili mosse militari di Mosca: «Un attacco contro l’Ucraina potrebbe partire anche dalla Bielorussia dove Mosca ha mantenuto la sua presenza militare, e anche nel Mar nero ci sono manovre, hanno dispiegato sottomarini e missili cruise, hanno scorte di sangue e materiale medico, non ce n’è bisogno se non si sta pianificando una guerra»,
Biden ha poi fatto un riferimento diretto al discorso di lunedì di Putin sull’Ucraina e le sue origini russe: «Chi dà a Putin il diritto di annettersi territori dei paesi confinanti? È una violazione del diritto internazionale e una provocazione alla comunità internazionale».
Dopo aver sottolineato la totale unità con i proprio alleati, il presidente americano ha poi specificato che «la Russia non ha accennato a una de-escalation e se continuerà l’invasione siamo pronti a rafforzare la nostra presenza in Ucraina e il nostro sostegno, dispiegheremo le nostre forze che sono già in Europa. Si tratta di mosse difensive, non c’è nessuna intenzione di attaccare la Russia, gli Usa e gli alleati difenderanno ogni centimetro di territorio Nato».
Sull’altro fronte, ieri la Cina – molto attesa in questo contesto diplomatico così delicato – ha ribadito la proprio cautela, la mattina dopo l’annuncio di Putin di riconoscere le due repubbliche di Donetsk e Lugansk: «La Cina è preoccupata per lo sviluppo della questione ucraina e la sua posizione sulla questione ucraina è stata coerente», ha detto ieri il consigliere di Stato cinese e ministro degli Esteri Wang Yi in una telefonata al segretario di Stato americano Antony Blinken.
«Le legittime preoccupazioni di sicurezza di qualsiasi Paese dovrebbero essere rispettate e gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite dovrebbero essere rispettati», ha affermato Wang. «Tutte le parti interessate dovrebbero continuare il dialogo e la consultazione e cercare soluzioni ragionevoli per affrontare le reciproche preoccupazioni sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco», è invece quanto ha affermato l’ambasciatore cinese alle Nazioni Unite Zhang Jun durante la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Zhang – specifica il Global Times, quotidiano nazionalista ma ieri su posizioni decisamente caute – ha sottolineato che l’attuale situazione in Ucraina «è il risultato di molti fattori complessi. La Cina fa sempre la propria posizione in base al merito della questione stessa. Crediamo che tutti i Paesi dovrebbero risolvere le controversie internazionali con mezzi pacifici in linea con le finalità e principi della Carta delle Nazioni Unite».
E sempre il Global Times, tra le persone sentite all’interno di un articolo che esaminava la posizione cinese di fronte alla crisi ucraina, ricordava che la Cina ha stretti legami strategici con la Russia e ha anche molti investimenti e una cooperazione di lunga data con l’Ucraina, quindi la Cina rimarrà sicuramente neutrale e manterrà i suoi principi relativi all’integrità territoriale degli stati sovrani.
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