Dopo giorni di segretezza Joe Biden ha annunciato la sua scelta per il ruolo di vice presidente la senatrice 55enne della California, Kamala Harris. La notizia è stata accolta con favore da tutto il partito, dai moderati come dalla parte più di sinistra, fino alla deputata del Michigan Rashida Tlaib, probabilmente la più a sinistra di tutti, non incline a nessun tipo di concessione, tanto da non dare il suo endorsement a Biden, pur elogiando la scelta di Kamala Harris. «Ho lottato al fianco della senatrice Kamala Harris durante la pandemia, per i sussidi diretti, e per l’acqua pulita come diritto umano. Ora sconfiggiamo Trump e trasformiamo queste politiche in realtà», ha scritto Tlaib su Twitter.

APPROVAZIONE anche da parte di Bernie Sanders: «Congratulazioni a Kamala Harris, che entrerà nella storia come prossimo vicepresidente. Sa cosa serve per difendere i lavoratori, lottare per l’assistenza sanitaria per tutti e abbattere l’amministrazione più corrotta della storia. Mettiamoci al lavoro e vinciamo».

Dalle parole di Sanders, come da quelle simili di Obama, Elizabeth Warren, Amy Klobuchar, Cory Booker, si evince la volontà di non perdersi in distinguo ideologici, in questo momento storico, ma di portare il ticket Biden-Harris alla Casa Bianca. In questo senso l’effetto positivo della nomina della senatrice californiana è già visibile, forse e paradossalmente proprio grazie a uno dei suoi punti di debolezza, vale a dire la sua fiacca identità politica.

Nonostante usi spesso un linguaggio ed una retorica da sinistra radical, Harris su i contenuti è più ondivaga tra centro moderato e politiche liberal, finendo a volte in un «non luogo» della politica. Se da una parte ha fatto squadra con Alexandria Ocasio-Cortez presentando una proposta di legge comune sull’equità del clima, dall’altra è difficile dimenticare il suo passato da procuratrice della California, quando sosteneva posizioni progressiste su pena di morte e matrimonio gay, ma non sulle riforme della polizia e sulle pene per lo spaccio di droga, tutti temi che toccano direttamente la comunità afroamericana.

PARADOSSALMENTE SU QUESTA comunità è Biden ad avere un appeal maggiore; durante le primarie democratiche, quando Harris era ancora in corsa per la presidenza, le minoranze le avevano preferito non solo Biden, ma anche il socialista bianco Bernie Sanders.

SE COME PRESIDENTE, Harris, dopo un momento di iniziale euforia, non aveva convinto, tanto da non arrivare nemmeno alle primarie di febbraio in Iowa, come vice presidente, sembra la scelta migliore anche a chi l’ha sempre criticata da sinistra, chiamandola «the cop», la poliziotta, come l’attivista radical Shaun King, che ha dichiarato: «Condivido la maggior parte delle critiche al passato di Kamala come procuratore generale. Ma come senatrice la sua crescita su questioni di giustizia, incarcerazione di massa, responsabilità della polizia, depenalizzazione / legalizzazione della marijuana, fine dell’immunità qualificata e altro, mi sembra molto reale. Punto».

UNA COSA È CERTA: la nomina porta più energia al partito, tanto che il dibattito più atteso non è uno di quelli fra Biden e Trump, ma quello del 7 ottobre fa Harris e Mike Pence.

Per non smentire la propria natura suprematista, Pence, durante un comizio in Arizona, poche ore dopo l’annuncio di Biden, ha detto: «Ci vediamo al dibattito, Kamala Harris. In Utah», sottointendendo neanche tanto velatamente, «dove sono tutti bianchi».

La scelta di Biden ha innervosito anche Trump che durante il briefing sulla pandemia di coronavirus ha parlato per lo più della senatrice attaccandola in tutti i modi. Trump l’ha definita nemica dei neri per via dei suoi anni da procuratore ma anche una pericolosa radical che toglierà le armi, la pena di morte, alzerà le tasse e smembrerà la sanità privata.

Poi è passato all’uso di quello che è il suo aggettivo preferito nei confronti delle donne che gli si oppongono, nasty cattiva, malevola, con un esplicito riferimento al comportamento di Harris durante l’udienza del controverso giudice della Corte Suprema Brett Kavanaugh: «Non lo dimenticherò presto», ha avvertito Trump.