Cosa ci fanno un’italiana, una turca e un’iraniana sedute al tavolino di un bar in China Town a Milano? Può sembrare un indovinello o l’inizio di una barzelletta ma questa, signori e soprattutto signore, è una cosa seria. Le tre in questione – di rispettivamente 38, 39 e 28 anni – ordinano della limonata fresca e in maniera animata iniziano a parlare di donne e biciclette, di come poter realizzare una pedalata pubblica nel 2018 senza dover scomodare e pagare le forze dell’ordine, del diritto di darsi appuntamento in piazza del Duomo per sfilare in maniera esuberante e colorata. Si confrontano su limiti e possibilità, paure e coraggio incontrati strada facendo; per quanto si conoscano da poco e abbiano vissuto in luoghi diversi, la complicità è evidente.
LA RAGAZZA TURCA spiega l’idea semplice quanto geniale partorita quasi per gioco con un gruppo di amiche qualche anno fa. Si chiama Pinar Pinzuti ed è la coordinatrice internazionale di Fancy Women Bike Ride. Pinar nasce nel 1979 a Smirne, figlia di insegnanti. A sette anni punta i piedi per avere una Pinocchio, la sua prima bici, una pieghevole beige con cui avrà uno splendido rapporto interrotto solo per una questione di centimetri. A un certo punto infatti si cresce – anche in altezza – e Pinar parte per studiare filologia ad Ankara e poi pedagogia in Germania. Diventa marketing manager, per dieci anni lavora nel settore della tecnologia.
Dai clienti ci arriva con una pieghevole che parcheggia nelle sale riunioni. Viene notata proprio per questo gesto e, con un sorriso, ogni volta riesce a convincere qualcuno di quei signori compassati a montare in sella. Lei e la bicicletta sono uno splendido binomio. Vale la pena cambiare vita, partire con il marito per un viaggio di nozze in bici in Sudamerica e tornare dopo sei mesi con un obiettivo: dedicarsi alle passioni e diventare una Cycling BrainWasher o una Happyness activist. Questo è quello che leggiamo oggi sul suo biglietto da visita. Dal 2006 si occupa infatti di mobilità sostenibile, cicloturismo ed economia della bicicletta e nel tempo ha organizzato molte iniziative tra cui Fancy Women Bike Ride, la manifestazione nata in Turchia che per la prima volta arriva in Italia.
DOMANI, 23 SETTEMBRE, infatti, si terrà Milano Fancy Women Bike Ride, una pedalata organizzata dalle donne per le donne per chiedere più spazio in strada, in città e nella società. Ci racconta Pinar: «Tutto è nato nel 2013 a Smirne da un gruppo di amiche. La nostra era una reazione al mondo maschile del ciclismo, quello delle tutine di lycra, del sudore, della competizione. Volevamo dimostrare che c’è un altro modo di andare in bici e così per attirare l’attenzione della gente e dei media abbiamo invitato tutte ad agghindarsi in maniera estrosa, colorata, fancy appunto, con fiori e palloncini». Quella volta si sono presentate inaspettatamente 250 persone. «Eravamo un arcobaleno in strada – continua Pinar – Gli automobilisti ci sorridevano, non strombazzavano. Le foto di quella prima Fancy Ride hanno fatto il giro del paese. Altre donne ci hanno contattate per replicare la stessa cosa altrove. In quegli anni la Turchia non era stabile, c’erano attacchi terroristici e per la paura non si usciva di casa, non si andava ai concerti e nemmeno al supermercato. Noi eravamo consapevoli dei rischi ma non potevamo rinunciare alla bellezza dello stare insieme pacificamente».
DOPO LA PRIMA EDIZIONE di Smirne, nel 2014 le città coinvolte diventano dieci, nel 2015 il numero triplica e quest’anno migliaia di donne pedaleranno contemporaneamente in 70 città di sei paesi, mentre qualcuna da New York, San Francisco e Sidney si sta già muovendo per il 2019. «Fancy Women Bike Ride –spiega Pinar – è riuscita a unire persone di diversa cultura ed estrazione sociale. Non abbiamo un manifesto, non vogliamo slogan, simboli, bandiere. Le nostre regole sono tre: sorridere, salutare i passanti e posare davanti ai fotografi».
CAMBIANO LE GEOGRAFIE e possono variare le motivazioni per pedalare insieme ma tutte le donne che aderiscono chiedono la possibilità di esprimersi e manifestano il bisogno di essere più visibili. E a Milano?
Qui il discorso è legato alla sicurezza. Basti pensare che l’ultimo grave incidente in cui un ciclista è stato travolto da un camion risale solo al 27 agosto, mentre secondo i censimenti realizzati da Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) nel 2017 sono diminuite le bici in circolazione nonostante ci si senta circondati da flotte del bike sharing.
NON SORPRENDONO quindi le osservazioni di Pinar: «Vivo in questa città bel
L’INVITO È QUELLO di prendere il gioco sul serio, tirando fuori dai cassetti nastri, cappelli, vestiti colorati (quelli che non mettereste nemmeno a carnevale) e un po’ di leggerezza.
Lasciamoli a casa per una volta gli uomini, le paure e i pregiudizi. E consideriamo la ragazza iraniana il terzo personaggio di questa storia: Niloofar viene da un paese in cui le donne rischiano quando si mettono in sella, ma domenica salirà su una cargo bike con la sua telecamera e mentre un guidatore pedalerà per lei (gli uomini li mettiamo a lavorare!) riprenderà la bellezza e la forza di tante donne libere in bicicletta. Con l’augurio che un giorno anche tra le vie di Teheran compaia un arcobaleno fancy.
L’APPUNTAMENTO è per domani alle ore 16 in piazza del Duomo a Milano. Informazioni: facebook.com/milanofancywomenbikeride; instagram.com/fancywomenbikeride; www.fancywomenbikeride.com.