La mobilità elettrica in bicicletta sarà in un prossimo futuro la punta di lancia della mobilità sostenibile nelle grandi città. L’e-bike, meglio conosciuta come bicicletta a pedalata assistita, perché dopo una certa velocità impressa ai pedali scatta l’aiutino e tutto diventa meno faticoso, sta coinvolgendo nell’uso quotidiano una fascia di cittadini sempre più ampia.

Secondo i dati forniti dall’Ecf, l’associazione europea dei ciclisti dediti agli spostamenti quotidiani in città e fuori dai centri abitati per lavoro o nel tempo libero, se fino a qualche anno fa i fruitori della bicicletta elettrica erano prevalentemente cittadini dai 60 anni in su, oggi, invece, coloro che si muovono con l’e-bike sono prevalentemente giovani dai 30 anni in su, un dato che ha avuto un riflesso positivo anche sulla mobilità sostenibile in Italia, visto che il nostro Paese è il secondo in Europa per tasso di motorizzazione.

Le aziende che producono biciclette elettriche stanno facendo affari e nei prossimi anni rappresenteranno un volano per l’economia della bici, che nel suo complesso è valutato su scala mondiale in mezzo trilione di euro all’anno. L’associazione mondiale dei ciclisti, calcola che tra il 2015 e il 2050 il valore prodotto dalla bicicletta sarà di 25 trilioni di euro a livello internazionale, una parte consistente sarà coperta dalla vendita di biciclette a pedalata assistita, dato che ha sollecitato l’interesse economico verso il mondo della bicicletta in generale, e all’e-bike in particolare, da parte della Banca mondiale.

La bicicletta elettrica, vista con sospetto inizialmente dai ciclisti tradizionali, che mal tolleravano l’e-bike sulla rete delle piste ciclabili italiane, negli ultimi anni ha avvicinato alla mobilità ciclistica cittadina, soprattutto nei grandi centri urbani, una fascia di età di persone anziane, che ancora mantengono una loro vitalità motoria, i quali non hanno più voglia di muoversi in auto per brevi e medie distanze a causa del traffico intasato e le relative perdite di tempo dovute anche alla difficoltà di trovare parcheggio. Sono persone che in passato trovavano faticoso lo spostamento con la bicicletta tradizionale, anzi molti non ne facevano uso, e l’e-bike ha costituito un utile incentivo al movimento con pedalata assistita, perché ha finito per conciliare varie esigenze. Quelle pieghevoli, inoltre, hanno consentito di coprire brevi e medie distanze nel tragitto casa-lavoro, oppure con il sistema di spostamenti integrato con i mezzi pubblici, metropolitana e treni, anche a coloro che lavorano in ufficio, grazie al fatto che le e-bike pieghevoli occupano poco spazio e si possono mettere in un angolo del proprio luogo di lavoro, sgomberando il campo da ogni pericolo di furto. In Italia nel 2017 la vendita delle biciclette a pedalata assistita è aumentata del 25% rispetto al 2016, nel complesso si è passati dalle 124 mila alle 155 mila e-bike vendute nel 2017.

In Europa i dati sull’e-bike sono incoraggianti, a partire dalla Germania, dove il 35% del mercato è coperto dalla vendita delle bici elettriche. L’anno scorso le biciclette a pedalata assistita vendute in Germania sono state circa 700 mila, secondo i dati dell’associazione industriali delle bici Zveirad-industrie-verband delle quali solo 1% utilizza il sistema speed pedelec, la gran parte sono dotate di motore a 250 W con una velocità di pedalata che può raggiungere al massimo i 25 chilometri orari.

In Francia nel 2017, secondo i dati forniti dall’associazione di categoria dei produttori, Union Sport e Cycle, il mercato delle e-bike ha raggiunto la vendita di 255 mila biciclette, facendo registrare un aumento delle del 90%, dopo che per alcuni anni il mercato aveva vissuto una situazione statica. Oltralpe in un periodo di medio termine, le associazioni di categoria calcolano di raggiungere un milione di vendite di e-bike, grazie al fatto che è stato promosso un piano nazionale di promozione dell bici elettrica, ritenuto un mezzo di spostamento non inquinante. Le vendite di e-bike in Francia, riguardano prevalentemente le bici da città e a seguire quelle per il cicloturismo.

In Svizzera, le vendite complessive delle biciclette nel 2017 sono state di circa 338 mila unità, delle quali circa 90 mila hanno riguardato il mercato delle biciclette a pedalata assistita con un incremento del 16,3%, secondo quanto documentato dall’Ufficio svizzero della bicicletta e dell’e-bike. Le caratteristiche geografiche della Svizzera, concedono ben poco al cicloturismo e-bike, mentre sono in vendita esponenziale i modelli e-Mtb, utilizzati nei percorsi in montagna per il mountain bike. In Austria su 120 mila biciclette vendute l’anno scorso, circa 40 mila hanno riguardato il mercato delle e-bike, mentre nei paesi del nord Europa la fanno da padroni Belgio e Olanda, tradizionalmente terre di piste ciclabili e di spostamenti quotidiani casa-lavoro in bici. Nel 2017 le vendite complessive delle bici sono state di circa 220 mila unità, delle quali il 50% riguarda le e-bike, un dato che classifica il Belgio tra i paesi in Europa con la maggiore diffusione di biciclette a pedalata assistita.

Il mercato nederlandese colloca l’Olanda tra i primi paesi in Europa per le e-bike, con 294 mila bici elettriche vendute l’anno scorso, un incremento del 9% rispetto al 2016. I paesi europei fin qui citati l’anno scorso hanno venduto nel complesso 1 milione e 737 mila biciclette a pedalata assistita, un dato che indica con chiarezza che il corpo sta progressivamente uscendo dall’involucro-auto e sta diventando sempre più protagonista del movimento a ritmi moderati. Una scelta consapevole per viversi meglio il rapporto con la città, per ridurre i tempi di spostamento casa-lavoro, se le distanze sono medie, per migliorare il proprio stato di salute, fisico e mentale, visto che la bici consente di consumare calorie e migliorare l’umore di chi pedala, un ottimo antidoto contro la depressione. Pedalate, in prossimità dell’estate e oltre, anche assistiti, ma pedalate.