Cosa leggevano i bambini in Francia tra XVII e XIX secolo? A questa domanda hanno risposto Sophie Bernillon ed Elisa Marazzi, curatrici di Bibliothèques Bleues, una graziosa mostra andata silenziosamente in scena durante il secondo confinamento presso il Centre de Conservation et Ressources (Ccr) di Marsiglia, antenna del Musée des civilisations de l’Europe et de la Méditerranée (Mucem). Bernillon dirige dal 2012 l’insieme delle biblioteche del vivace e popolarissimo museo marsigliese e lavora all’incremento e alla valorizzazione di un fondo che consta attualmente di circa 150mila volumi. Una delle collezioni più ricche riguarda la «Biblioteca blu» ovvero una serie di libretti editi a partire dal XVII secolo nella città di Troyes e più tardi anche a Rouen, Caen, Lille e altri luoghi della Francia e dell’Europa.

La selezione di un centinaio di oggetti è stata minuziosamente compiuta su un patrimonio di 5mila opere. In questo lavoro Bernillon è stata affiancata da Marazzi, ricercatrice all’Università di Newcastle e specialista delle dinamiche sociali e culturali connesse alle strategie editoriali messe in atto tra XVII e XX secolo per accrescere il numero dei lettori. Il secondo segmento dell’esposizione è dedicato ai classici della letteratura popolare, nati dallo scambio tra differenti culture: urbana e rurale, colta e, appunto, popolare. Qui si possono ammirare alcuni esemplari di romanzi di cavalleria – Chansons de gestes – che, prima ancora della nascita della tipografia, raggiunsero un successo universale grazie alla tradizione orale. La leggenda di Melusina, l’epopea di Valentino e Orsone e le avventure di Rolando divengono celebri nelle stampe popolari francesi ed europee e raggiungono persino l’America. Una litografia a colori del XIX secolo che illustra, come in un fumetto, un episodio della saga di Genoveffa di Brabante attesta l’«antichità» di un best-seller ante-litteram che travolse la cultura di massa e la pubblicità. Un analogo fenomeno investì la fiaba di Barbablù, trascritta nel Seicento da Charles Perrault: il terrificante personaggio che faceva scomparire le mogli si manifesta in mostra con una testa di marionetta di legno dipinto risalente al 1860 e una carta pubblicitaria di fine Ottocento. Alla stessa epoca appartiene la splendida litografia policroma che rappresenta il castello – ritagliabile e montabile – di Barbablù, realizzata a Épinal. Del celebre centro di stampe popolari attivo sin dalla fine del XVI secolo, il Mucem conserva anche un’incisione in legno utilizzata per diffondere all’infinito la commovente impresa di Pollicino. Alla fine del XVIII secolo i bambini diventano scolari e dunque lettori. È allora che gli editori lanciano nuove serie, allo stesso tempo istruttive e divertenti ma non per tutte le tasche, ragione per la quale la letteratura popolare continua ad avere un certo peso anche nell’educazione. Tale cambiamento è osservabile nel percorso pensato da Bernillon e Marazzi attraverso alcune edizioni storiche del romanzo di Robison Crusoé, un preziosissimo almanacco dell’Universo, il libro di scrittura «l’Abc di Pulcinella» e, concernente lo stesso personaggio, un magnifico teatro d’ombre cinesi stampato continuativamente a Épinal dal 1890 al 1921. Un viaggio immaginifico nella letteratura fantastica, questo proposto dal Ccr, che non si è mai interrotto e non smette di incantare.