Esiste uno strumento statistico per misurare le sperequazioni: è quello che viene chiamato come «l’indice Gini», perché fu elaborato nel 1912 dall’italiano Corrado Gini e citato spesso dall’ormai ex presidente Barack Obama.

Si assegna «zero» a una situazione di perfetta eguaglianza e «uno» alla massima disuguaglianza. Nel dopoguerra l’indice Gini degli Stati uniti era quasi vicino allo zero come in Svezia, mentre oggi è nella fascia alta come il Messico.

Come è stato possibile? La causa profonda va ricercata in particolare nel sistema scolastico, vincolato a un iniquo sistema fiscale: poiché la scuola pubblica è finanziata soprattutto da imposte locali, i comuni e le contee povere offrono inevitabilmente scuole povere in una spirale d’indigenza e ignoranza.

Oggi un quarto degli allievi – soprattutto neri e ispanici – non termina gli studi. Quanto all’istruzione superiore, è riservata a chi può permettersela: i costi del college e delle università sono aumentati in termini reali di cinque volte dal 1985 al 2016 – ben più del cibo, della benzina, degli affitti. I figli hanno meno probabilità di diplomarsi dei loro genitori.

Barack Obama ha fatto quanto poteva. Nel 2009 scelse il miglior ministro dell’Istruzione immaginabile: Arne Duncan, giovane, energico, aveva guidato per sette anni la tumultuosa rete scolastica di Chicago.

Forse memore del detto di Victor Hugo («chi apre una scuola chiude una prigione»), riuscì ad ottenere quasi 100 miliardi per rinnovare la scuola pubblica, frequentata da 50 milioni gli studenti; reclutare insegnanti migliori; retribuirli meglio; offrire mutui agevolati agli universitari. Ma per risollevare un sistema sull’orlo del collasso occorrevano ben più di otto anni.

Ed ecco chi sostituirà Duncan. Si chiama Betsy DeVos: nata Prince, è miliardaria di famiglia; ma neppure suo marito, Dick DeVos, se la passa male (con 5 miliardi di dollari risulta 67° nella lista Forbes).

È inoltre sorella di Erik Prince, il noto fondatore della Blackwater, una compagnia di mercenari a suo tempo coperta di soldi dall’Amministrazione Bush per svolgere mansioni di supporto, prostituzione inclusa, sul fronte iracheno.

Il caso scoppiò il 16 settembre 2007. I contractors della Blackwater scortavano a Baghdad un convoglio di funzionari allorché, spaventati da un intoppo di traffico, si misero a sparare alla cieca sui passanti: 17 morti, tra cui una donna che proteggeva il corpo del suo bambino.

La ditta sparì ed Erik Prince si spostò ad Abu Dhabi dove, dietro compenso di 500 milioni di dollari, creò la Reflex Responses con 800 mercenari al servizio degli Emirati per proteggere i loro pozzi di petrolio.

Naturalmente Betsy DeVos non è imputabile dei misfatti di suo fratello. Trump l’ha scelta come ministro per altre ragioni: l’ha scelta in quanto generosa benefattrice di tante scuole private e in quanto fautrice del sistema di voucher scolastici.

Con quel sistema, in pratica, l’erario sovvenziona le scuole private (quelle religiose in primis) a ovvio detrimento della scuola pubblica. Il Congresso l’ha sottoposta all’audizione di prammatica e mentre stiamo scrivendo si sta proprio decidendo sulla sorte di Betsy DeVos.

Il rischio è che, tra tanti problemi e guai considerati più attuali e importanti, passerà quasi inosservato l’inserimento di un’altra pedina fondamentale nell’opera di autodemolizione della società americana.