Jack Kirby, AA. VV.

King-Size Kirby

Panini Comics, 816 pagine a colori, cartonato

108

Quest’anno avrebbe compiuto cent’anni, il Re del fumetto a stelle e strisce. Una carriera formidabile quella di Jacob Kurtzberg alias Jack Kirby, tutta sotto il segno di una ineguagliabile visionarietà: dalla gavetta sotto i fratelli Fleischer, alla guerra sul fronte europeo, fino ai successi colti e mancati come collaboratore di major come Marvel e DC, la cifra è quella di un autore umile, determinato e sempre un passo avanti a tutti. Ne è una prova il corposo omnibus che raccoglie 60 avventure realizzate dal «King» fra gli anni ’30 e’70. Dal peplum al western, da Capitan America all’improbabile Devil Dinosaur, dagli esordi con Joe Simon alle storie realizzate in proprio prima della consacrazione a padre nobile del comic book, lo strepitoso cartonato racconta allo stesso tempo la storia di un uomo e di una industria culturale. Da leggere in parallelo alla biografia di Kirby realizzata dall’ex assistente Mark Evanier e pubblicata da Edizioni BD.

Sergio Ponchione

Memorabilia

Oblomov Edizioni, 56 pagine, b/n, brossura

15,30

Si scrive “Ponchione”, si legge “ossessione”: quella per i Maestri del fumetto che il minuzioso sceneggiatore e disegnatore astigiano coltiva ormai da anni. Dopo Storia di Aiace, fumettista tenace e DKV, la bibliografia di questo autore popolare e allo stesso tempo raffinatissimo si arricchisce di un nuovo, importante tassello. Di fatto, Memorabilia è un’edizione aggiornata dell’omaggio a Steve Ditko, Jack Kirby (ancora…) e Wallace Wood pubblicato nel 2016. Nuovi e migliorati i raccordi e più ricca la galleria degli artisti, a includere fra le pagine del pamphlet disegnato anche l’irraggiungibile Will Eisner di The Spirit e Contratto con Dio e il muscoloso Richard Corben, maestro del fantasy grottesco anni ’70 preso a modello da legioni di fumettisti. Un gustoso e sofisticato esercizio di stile che è insieme romanzo grafico, biopic e dichiarazione d’intenti: il mandato di Igort, patron di Oblomov, è che mille Memorabilia fioriscano, a costituire un vero e proprio corpus di biografie disegnate d’artista. Un’idea niente male.

Spugna

The Rust Kingdom

Hollow Press, 176 pagine a colori, brossura

19 

La nuova onda del fumetto Made in Italy vanta (soprattutto) autori abituati a puntare in egual misura sulla sostanza narrativa e su forme espressive decisamente sui generis. Se pionieri del «neo underground» come Maicol&Mirco, Dr. Pira o Sio hanno aperto la strada, oggi alle loro spalle preme una nuova covata di autori che si sta ingegnando per portare le strip non conformi al Next level. Fra gli autori da tener d’occhio, Martoz, Pablo Cammello e soprattutto Tommaso Di Spigna, per i suoi fan semplicemente Spugna. Attraverso un segno che frulla insieme suggestioni manga, super-eroi, grottesco francese e estremismi à la Elzie Crisler Segar, Spugna compone magnifiche saghe punk-pop, fumetti che fossero dischi sarebbero singoli tutti quattro quarti e chitarre distorte. Ne ė un esempio la sua ultima fatica, The Rust Kingdom, puro “fumetto di menare”, ma con un brutto studiato e corrusco che regala emozioni stranianti. Sarà vera gloria? Saperlo: intanto, la qualità è già altissima e i margini di crescita enormi.


Taiyo Matsumoto

Tekkon Kinkreet – All in One

JPop-BD, 624 pagine, b/n, cartonato

25,00

 

Non solo Teen Idol e Mecha: come ben sanno i nerd, l’universo manga è ricco di scoperte e gratificazioni anche per chi rifugge fanciulle in fiore e robottoni. Ne sono un esempio i tankobon di Matsumoto-San, fra gli autori giapponesi più in voga grazie ai suoi seinen, fumetti dedicati a un pubblico maturo. Anche in senso lato, s’intende: perché il segno e le narrazioni del cinquantenne mangaka di Tokyo sono quanto di più lontano dalla piacevolezza dei vari Otomo, Ikeda, Toriyama ecc. Tekkon Kinkreett traduce in una storia à la Muñoz & Sampayo il cemento armato tipico dei grandi centri urbani del sol levante. Materiale ideale anche come singolo del legame indissolubile che tiene insieme nonostante tutti i due ragazzini Shiro e Kuro, fratelli teppistelli persi in un mondo più grande e cattivo di loro. Rispetto ad altri romanzi noir in salsa teriyaki, qui domina un senso di antigrazioso: ma come in Kitano, il “brutto”, la lentezza e la vischiosità della narrazione sono una combinazione formidabile, in grado di far breccia anche nel lettore più riottoso.

AA. VV.

Stazione 31

Passenger Press, 4 volumi per 112 pagine, B/N, brossura

28

Strana gente, quella che popola la Stazione 31. Quest’isola dalla bellezza aspra e rocciosa circondata dal mare ospita fumettisti, letterati, poeti, registi, divi, campioni, tutti legati insieme da una caratteristica menagrama: quella di esser tutti passati a miglior vita. Potremmo essere in un horror sui generis. Ma anche no: la serie antologica realizzata dall’impavido Christian Marra insieme con un team di autori equamente diviso fra giovani talenti e decani del calibro di Massimo Giacon e Onofrio Catacchio porta la narrazione nei territori del dramedy onirico e surreale: il viaggio, quindi, come tragitto più o meno consapevole, divertito e/o sottilmente inquietante fra il mondo dei vivi e il mondo delle anime. Una lettura solo apparentemente easy, in realtà densa di svolte narrative e concettuali da assaporare con la giusta tranquillità. Fumetto da meditazione, valorizzato da una cura redazionale impeccabile nonché da una confezione all’altezza: un cofanetto in tiratura limitata a sole 100 copie. Senza trenini, non è mai abbastanza Natale.

Lou Lubie

La mia ciclotimia ha la coda rossa

ComicOut Editrice, 144 pagine, bicromia, brossura

 € 14,90

Fumetto e malattia: un abbinamento stridente, ma a ben pensarci straordinariamente fruttuoso. Dalla tossicodipendenza di Pentothal, alla psicosomatica di L’unica voce, fino al carcinoma al seno del più recente La storia delle mie tette, la nona arte è sempre stata il mezzo espressivo ideale per dar corpo e sostanza ai dolori contemporanei. Ne è una prova questa operina della francese Lou Lubie che traduce nella pagina disegnata un male oscuro e diffuso. La ciclotimia o disturbo di personalità bipolare è una condizione invalidante che si traduce in una continua alternanza di opposti, euforia o depressione. Un ottovolante da cui è impossibile scendere e su cui si è costretti a viaggiare vita natural durante, perché le uniche cure sono palliative e gravide di effetti collaterali. Nel toccante romanzo grafico dell’autrice originaria di La Reunion, però, la metafora è un’altra: quella di un piccolo, inafferrabile e dispettoso animale selvatico con cui non ha senso combattere, ma bisogna imparare a convivere. Possibilmente, col sorriso sulle labbra.

Deco

Inkspinster – Confessioni di una zitella

Comma22 Edizioni, 158 pagine a colori, brossura

 € 15,00

Sono una continua delizia le storielle disegnate a partire dal 2003 da Elisabetta Decontardi in arte semplicemente Deco: un cocktail leggero ma inebriante di critica sociale, humour infantile e invenzioni surreali che evocano contemporaneamente Edward Gorey, Luciana Littizzetto, Silver, Charles M. Schulz, Tim Burton e tanti altri protagonisti della scena comica con inflessioni grottesche. Iniziata sul web nel lontano 2003, nel corso degli anni la saga della Zitella di Borgo Cane è approdata sulle pubblicazioni cartacee più disparate fino a trovare una dimensione definitiva nei volumetti che raccolgono le strisce della serie. Il più recente è quello lanciato alla scorsa Lucca Comics & Games 2017 dalla bolognese Comma22: un oggetto-libro essenziale e piacevole al tatto, stampato magnificamente e perciò adattissimo ad esaltare il tratto sbirolo e dolcissimo di Deco. Segno a parte, però, le (dis)avventure della protagonista colpiscono per il loro umorismo tenero, irriverente ma mai volgare: zitelle di tutto il mondo, unitevi.

Lorenzo Mattotti-Jerry Kramsky

Ghirlanda

LOGOS edizioni

35

Come un sinonimo di utopia, Ghirlanda è una terra senza tempo abitata da esseri pacifici, i Ghir, bipedi e mammiferi dotati di un codino spelacchiato, zampette da scoiattolo e folte setole sul mento. I ghir abitano una natura fantastica e archetipica, resa da una vera e propria sinfonia di linee che cresce a dismisura nel paesaggio. Il maestro Mattotti, come abile direttore dorchestra, adagia il segno creando spazi morbidi e mutevoli nei quale convivono elementi reali trasfigurati da una patina onirica e invenzioni tipicamente fiabesche. Le vicende dei ghir riguardano la ricerca damore, la vita, la morte, la forza del divino sulla loro piccola esistenza. Dedicato apertamente ai Moomin di Tove Jansson ma anche a Moebius e Miyazaki, come Mattotti grandi creatori di mondi fantastici e di dimensioni altre, Ghirlanda è un paese che non ha bisogno di colori per la sua lunga storia senza età, narrata nelle nuvolette di Jerry Kramsky, delizioso contrappunto verbale alle magnifiche tavole di Mattotti. Raccolta in un elegante cartonato di quasi 400 pagine, è una lettura da godersi nell’intimità del sogno. Must.

Emiliano Pagani-Bruno Cannucciari

Kraken

Tunué

17

Pagani e Cannucciari già colleghi su Nirvana, dove il primo scrive e il secondo inchiostra le matite di Daniele Caluri, sposano i loro (nuovi) intenti in Kraken. Abbandonate temporaneamente le strisce di Lupo Alberto, Cannucciari si cimenta con la narrazione lunga di Pagani, come sempre abile nel trattare temi di stampo sociale allinterno di narrazioni di genere. Ne nasce un romanzo d’azione dai toni horror dove la scelta di un monocromo verde marcio rimanda ai cupi fondali marini dove il mitico mostro abita, così come allatmosfera che circonda labbietta e sordida comunità protagonista della storia. In un paesino di pescatori del nord della Francia un elevato numero di morti in mare pesa sui cuori e sulle tasche degli abitanti. Damien, ragazzino problematico unico superstite del naufragio in cui ha perso il padre e il fratello, è convinto di poter trovare e sconfiggere il mostro. Il compito di salvarlo va a Mr Douggary, un presentatore televisivo, chiara controparte evoluta di una società troppo ancorata ad antiche superstizioni, sarà il responsabile di liberare la cittadina dal giogo del mostroo dei mostri che abitano le ossessioni di uno di noi. Pulp e avvincente, una sorpresa da tenere nello scaffale dei fumetti d’azione.

Danijel Zezelj

Babilon

Eris Edizioni

17

Ogni tratto dellartista – che è anche pittore e performer- squarcia la pagina: il rigoroso bianco e nero, secco e pieno è capace di contenere un mondo di emozioni e riferimenti. Il secondo wordless novel dellautore croato racchiude la vicenda di Lev, un mastro falegname invitato dal sindaco di Brooklyn a costruire una giostra su quella che sarà la torre più alta del mondo. Omen nomen, e contro la trivialità della sfida architettonica, Lev passeggia indisturbato, accompagnato da una bambina- sguardo tenero su un mondo fin troppo prevedibile nella sua spietatezza- tra le meraviglie di un quartiere che trasuda arte da tutti i suoi muri e che verrà raso al suolo per erigere il prodigio architettonico. Un patto al quale per fortuna, lartista sognatore, pentito, riuscirà a sottrarsi. Le inquadrature oblique, i bozzetti aggraziati degli animali scolpiti, le forme spiraliche ricorrenti, rivelano tutta la grandezza di uno Zezelj profondo che si conferma un autore dal segno e dalle atmosfere inconfondibili. Grande formato e bella carta. Da avere.

Macerie Prime

Bao Publishing

Zerocalcare

17

Tirature da capogiro, ore di coda per ottenere una dedica e un disegnetto, non più di 143 secondi passati senza che al suo cellulare arrivi una telefonata di lavoro: nel suo nuovo libro Calcare si racconta a 5 anni e a 800.000 copie di distanza dal suo esordio. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità e il libro porta con sé lautovalutazione adulta del proprio successo, messa a confronto con le macerie: la vita degli amici di ZC, e per estensione della sua generazione, spesso non è altrettanto riuscita della sua. Le macerie del titolo sono così quelle del mondo “comera prima ma anche quelle della gioventù: un leitmotiv da fine dei 20 anni – per dirla con il coetaneo musicista Francesco Motta – che guarda con un occhio critico e con il dovuto e riconosciuto sarcasmo a un mondo dove letà adulta si misura solo in accolli e quasi mai in maturità. Geniale e graficamente riuscito il filo narrativo futuristico, dove gli stessi personaggi si trovano a sopravvivere tra le macerie del mondo reale, sfruttando alla bell’e meglio ciò che è scampato alla distruzione. Un compendio indispensabile per gli habitué ma anche un libro perfetto per scoprire la spassosa serietà engagé del fumettista capitolino.

Luomo senza talento

Canicola

Yoshiharo Tsuge

19

Tsuge, pilastro del genere gekiga, è un autore misconosciuto ai lettori ma è sicuramente un punto di riferimento tra i fumettisti di tutto il mondo. Pubblicato e tradotto pochissimo fino al recupero di Vincenzo Filosa, qui in veste di traduttore, è anche la figura che ha acceso il più generale dibattito sulla qualità artistica del manga. Un successo tardivo e poco atteso dallo stesso autore quello del suo penultimo libro che non lascia spazio a dubbi: autobiografico nel tema e profondamente sincero nella trattazione, affronta in prima persona la storia di un uomo insoddisfatto che, abbandonata la carriera di mangaka, cerca sussistenza nei modi più disparati. L’avventura estetica e malinconica del venditore di pietre che sa di essere destinato all’insuccesso, disprezzato dalla moglie e incapace di mantenere il figlio, nasconde una ricerca esistenziale molto più profonda, tradotta in un elegante tratto minimale e nelle scelte grafiche nette che rispondono a precisi bisogni narrativi. Per una buona metà della storia, della moglie del protagonista è disegnata come una sagoma nera, una macchia in cui si condensa l’incomunicabilità della coppia ma anche la voragine, l’oscura abnegazione che spinge l’uomo senza talento a vagare in cerca di un senso ultimo che sa già non esistere. Non c’è bisogno di essere dei lettori di manga per apprezzare la grandezza di un classico dal ritmo lento e pausato. Un gran bel fumetto di riflessione e un’importante iniziativa editoriale, premiata anche a Lucca Comics & Games 2017.