In ordine alfabetico:

Battlefield V (Electronic Arts)

Call of Cthulhu (Focus Home Interactive)

Chuchel (Amanita Design per Windows, iOS e Android)

Detroit: Become Human (Quantic Dream/Sony per PS4)

Far Cry 5 (Ubisoft)

Fortnite (Epic Games)

God of War (Sony per PS4)

Kingdom Come: Deliverance (Warhorse/Deep Silver)

Red Dead Redemption 2 (Rockstar)

Samsara (Marker per Windows, iOS, Android, Xbox One)

Tutto sommato una bella annata. Mi sia permesso di segnalare un paio di indie: Chuchel di Amanita Design (già autori del delizioso Machinarium) e Samsara che piega i geniali platform browser game Noitcelfer 1 e 2 ad un gioco di enigmi che chiama in causa l’intrinseca illusorietà del mondo reale. Mi sia permesso inoltre d’inserire un gioco formalmente uscito lo scorso anno come Fortnite, ma che nel 2018 ha visto il boom di utenti grazie alla sua ubiquità ed alla sua gratuità (il modello di business non è nella vendita di copie ma nello shop on-line di armi, gadget o livelli). In realtà personalmente lo detesto; trattasi però di giudizio evidentemente legato all’età del giocatore perché i ragazzini si ritrovano online per ingaggiare furibonde e divertenti “battle royale” a base di “bro'” e di “niubbi”. Ci ha provato a convertire il format Activion col nuovo Black Ops 4 solo multiplayer e con la modalità del Battle Royale, ma fallendo perché non basta una grafica più curata e realistica a battere l’appeal di Fortnite. Decisamente più furba Electronic Arts che per il suo titolo FPS portabandiera rispolvera il pathos di Battlefield I e porta le storie di soldati comuni all’interno dello scenario della Seconda Guerra mondiale. Per il resto abbiamo giochi che forse mai come prima cercano l’empatia del giocatore coi personaggi raccontando loro storie ognuna a proprio modo coinvolgenti ed appassionanti. Che il genere videoludico stia finalmente diventando maturo?