L’incontro con Guido Bertolaso di lunedì costa una quarantena al governatore delle Marche Luca Ceriscioli e al presidente del consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo. Il superconsulente chiamato per collaborare alla costruzione di una terapia intensiva da cento posti ad Ancona è risultato positivo al coronavirus ma per ora fortunatamente ha «solo q ualche linea di febbre», come ha fatto sapere lui stesso assicurando che, dalla quarantena, continuerà a seguire tutto. Però, a cascata, sia Ceriscioli sia Mastrovincenzo saranno costretti a rimanere chiusi in casa per le prossime due settimane, senza poter uscire.

«Una vera sfortuna – ha commentato Ceriscioli –, non c’entra solo Bertolaso, ci sono problemi di quarantena per tutto il suo staff che l’ha accompagnato in elicottero. C’è il mio problema, visto che sono salito in auto con lui». Ad ogni modo, il presidente ritiene «di aver fatto tutto nel migliore dei modi» perché «siamo stati con mascherina e guanti per tutto il percorso, sia io sia Bertolaso. Il massimo delle garanzie possibili».

Ceriscioli, comunque, attraverso un videomessaggio su Facebook nel pomeriggio, ha rassicurato tutti sulle sue condizioni di salute e ha confermato anche che la collaborazione con l’ex capo della protezione civile proseguirà: « Il progetto procede – ha spiegato il presidente marchigiano – continuiamo a chiedere agli imprenditori i fondi necessari perché, per poter correre, ci serve l’intervento dei privati». Il nascente «Covid Hospital» infatti costa circa 12 milioni di euro e, considerando che dovrà essere pronto da qui a dieci giorni, Ceriscioli sostiene che la Regione da sola non riuscirebbe a mettere a disposizione questa cifra.

Le trattative, in questo senso, vanno avanti in maniera piuttosto febbrile e fonti all’interno della giunta regionale si dicono addirittura dubbiose del fatto che davvero si riusciranno a mettere insieme tanti soldi in così poco tempo. Ancora, tra l’altro, non è chiaro dove verrà realizzata la nuova struttura: il sopralluogo ai capannoni del porto non è andato a buon fine e dunque la scelta sarà tra il palasport o una nave della Adria Ferries. Salvo imprevisti, la scelta definitiva verrà presa nella giornata di oggi. Si vedrà, intanto due città marchigiane, Ascoli e Grottammare, si doteranno di ospedali da campo per continuare a far fronte a un’emergenza che non appare prossima alla fine.

Nella giornata di ieri, poi, al porto di Ancona, la guardia di finanza ha sequestrato 1.140 apparecchi per la ventilazione stipati in un tir e diretti con un traghetto verso la Grecia. Il carico apparteneva a un’azienda lombarda il cui titolare però ora è accusato di aver violato l’ordinanza diramata dalla protezione civile lo scorso 25 febbraio che vieta la cessione al di fuori del territorio nazionale dei dispositivi di protezione individuale e degli strumenti per la ventilazione meccanica dei pazienti con patologie respiratorie. La pena prevista va da una multa di 206 euro alla reclusione fino a tre mesi. I materiali sequestrati sono già stati messi a disposizione degli ospedali italiani.