Martedí 7 novembre sarà nuovamente una notte elettorale negli Usa con votazioni a livello locale con un peso nazionale. Una di queste è la quasi scontata rielezione di Bill De Blasio a sindaco di New York, contro il quale i repubblicani hanno schierato la conservatrice Nicole Malliotakis.

A fare campagna elettorale per De Blasio lunedì è tornato, dopo un anno di assenza, Bernie Sanders, accolto come sempre come una rockstar. De Blasio aveva impiegato mesi a dare l’endorsement a Hillary Clinton durante le primarie, essendo tendenzialmente molto più vicino a Sanders: entrambi socialisti, cani sciolti, non al centro del partito.

E questo comizio congiunto l’ha dimostrato. Dal palco entrambi usano un linguaggio che sembra quello di Occupy Wall Street, che parla di 1%, resistenza. De Blasio è de facto l’incarnazione della politica promossa da Sanders, basata su redistribuzione delle risorse, solidarietà, difesa delle minoranze.

Il sindaco ha cominciato ringraziando la moglie Chirlane McCray, artefice del programma per la prevenzione e la cura della salute mentale che offre ai newyorchesi la possibilità di avere aiuti professionali per tutte le malattie invisibili della psiche grazie a una rete di associazioni connesse tra loro e istituita dal comune.

Ha poi ricordato i fiori all’occhiello del suo primo mandato: asili pubblici gratuiti, pasti gratuiti in tutte le scuole pubbliche, case a prezzo calmierato, blocco degli affitti e possibilità di avere un avvocato per i cittadini sotto sfratto, creazione di nuovi posti di lavoro, la promessa mantenuta di tagliare l’odiosa pratica discriminatoria di stop and frisk, i controlli casuali sui cittadini da parte della polizia istituiti da Bloomberg: «Smentendo chi diceva che senza stop and frisk la città sarebbe tornata nel caos – ha detto tra gli applausi – il crimine non è aumentato, New York resta una città sicura».

De Blasio ha sottolineato che tutti questi passi avanti non riguardano la sola vetrina di Manhattan ma anche il Bronx, Brooklyn, il Queens, Staten Island, e ha parlato del suo progetto di tassare i super ricchi di New York per pagare la riparazione della fatiscente rete metropolitana cittadina e per abbonamenti il cui costo dipenda dalle fasce di reddito.

Ma non ha tenuto il palco a lungo lasciando la parola a Sanders, accolto da un boato e un applauso infinito: «Lui – ha detto il sindaco passandogli il microfono – è la persona che ha fatto capire che per agire politicamente bisogna avere un sogno visionario e creare un movimento. Lui ha trasmesso questo sogno e creato questo movimento, e siete voi».

Sanders ha continuato sullo stesso tono ma, a differenza di De Blasio che l’ha menzionato solo brevemente, è passato ad attaccare Trump: «Tutto quello che Bill sta cercando di fare è il contrario di ciò che Trump vorrebbe fare. Trump, in un modo estremamente non americano, odioso e senza precedenti, sta cercando di dividerci in base al colore della pelle o alla religione, al paese da cui arriviamo o al nostro orientamento sessuale mentre questo sindaco manda avanti la città cercando unione e integrazione».

Sanders ha parlato della Idny, la carta d’identità cittadina che viene data indipendentemente dalla legalità o meno degli immigrati e che permette di aprire un conto, accedere ai programmi sanitari, non essere ricattabili dal datore di lavoro. «Per questo non è importante solo rieleggerlo – ha spiegato – ma farlo con grandi numeri per mandare un messaggio a Washington».

In questa frase c’è tutto il lavoro che sta facendo Sanders dalla nomina di Clinton come candidata: muovere il partito a sinistra, sostenendo politici locali che condividono la sua idea rivoluzionaria di una società più equa.

Questa idea di political revolution, come Sanders l’ha sempre definita, sta rivitalizzando la sinistra americana che si confronta con un partito democratico completamente annichilito dalla sconfitta elettorale e che non fa che riprodurre le stesse prassi che l’hanno allontanato dagli elettori.

«Gli Usa saranno salvati dai sindaci – commenta Seth, professore di linguistica alla Columbia, sostenitore di De Blasio – Operano un cambiamento capillare e c’è bisogno di loro come di tanti nuovi politici che trasformino il partito staccandolo da Wall Street. Che la città che ospita Wall Street sia governata da un socialista è un grande passo verso il progresso».

Il comizio termina sulle note di Starman, la canzone simbolo di Sanders, sono tutti emozionati e il pubblico scandisce Feel The Bern, il suo slogan elettorale, a dimostrazione che il movimento nato alle presidenziali continua. Non è finito con l’elezione di Trump.